VISIONI

Fontella Bass, il vulcano del soul esce di scena

MUSICA
ADINOLFI FRANCESCO,

Fontella Bass, scomparsa mercoledì notte a 72 anni, era la voce di Rescue Me, classico del R&B uscito nel 1965. Un pezzo che parte lento, avviato da una poderosa linea di basso e aperto da una rullata che spiana la strada a quella voce aspra, in costante ascesa. E poi il testo: «Salvami, prendimi tra le tue braccia; salvami, voglio il tuo tenero fascino, perché sono sola, triste; ho bisogno di te e del tuo amore». Straziante e molto soul.
Fontella Bass non era solo la cantante di quel brano (rieseguito, tra i tanti, da Linda Ronstad, Cher, Tom Jones, Nu Generation), ne era anche la coautrice insieme al pianista Raynard Miner. Purtroppo non le riconosceranno mai quanto dovuto e ci vorranno anni di battaglie legali per racimolare una minima parte di soldi che al contrario avevano reso ricca la Chess, la sua etichetta storica.
Nata a St.Louis, Missouri, Fontella veniva da una famiglia di cantanti. Sua madre Martha Bass, gran vocalist gospel, faceva parte dei Clara Ward Singers; sua nonna cantava ai funerali e la nipote già a cinque anni l'accompagnava al pianoforte e ai cori. Poi la collaborazione al piano con il cantante Little Milton e con Oliver Sain, direttore d'orchestra che le presenterà il vocalist Bobby McClure con cui eseguirà, tra gi altri, Don't Mess Up a Good Thing e You'll Miss Me (When I'm Gone), due perle del '65. In quello stesso anno tocca a Rescue Me. La canzone, che venderà un milione di copie e sbancherà le classifiche Usa, è uno dei classici del soul di Chicago, città in cui la cantante si era trasferita. Qui succede tutto.
È il regno di Curtis Mayfield e di Jerry Butler, vocalist insuperabili degli Impressions, con cui non è facile competere. È la città del blues elettrico ma anche del gospel, crocevia perfetto di quelle migrazioni sonore black che hanno caratterizzato anche Detroit. Ed è anche la città della Chess a cui Fontella legherà per sempre il suo nome. L'etichetta dominerà il mercato di Chicago divenendo - grazie alle sussidiarie Checker e Cadet - la label più nera del dopoguerra Usa. Rispetto alla rivale Vee Jay, più protesa ad emulare (invano) i successi della Motown, la Chess si concentrerà su nomi del blues come Muddy Waters, Sonny Boy Williamson, Howlin'Wolf, su pionieri del rock'n'roll come Do Diddley o Chuck Berry e appunto Fontella che con Rescue Me sarà l'artista più di successo della Chess/Checker dai tempi di Maybellene, il classico di Berry di 10 anni prima.
I dischi che seguiranno (Recovery, I Can't Rest o You'll Never Know) non avranno altrettanta gloria e la cantante non riuscirà mai ad affermarsi in modo diffuso e costante, colpa, come diceva lei, di un carattere troppo battagliero che le precluderà strade e contratti (storica nel '93 la causa alla American Express per aver utilizzato indebitamente Rescue Me in una pubblicità). Rimarrà insieme a Major Lance, Gene Chandler o Tyrone Davis, la grande, eterna speranza del soul di Chicago.
Eppure Rescue Me, resta al cuore della black music, un brano che secondo la figlia Neuka Mitchell «cantava ogni volta che si trovava su un palco», quello a cui teneva di più. Fontella Bass, scomparsa dopo l'ennesimo infarto che l'aveva colta tre settimane fa, era stata sposata con il trombettista jazz Lester Bowie (Art Ensemble Of Chicago) con cui, delusa dal mercato Usa, si era trasferita a Parigi e con cui aveva inciso due dischi (dalla colonna sonora di Les stances à Sophie è tratto il travolgente pezzo soul jazz Theme De YoYo). Sorella del cantante David Peaston (scomparso lo scorso febbraio), l'artista - anche splendida cuoca - lascia quattro figli.

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