POLITICA & SOCIETÀ

«Moderatamente bersaniano»

BERSANI
FAVA ALESSANDRA,GENOVA

Il coraggio e la Resistenza: a questi valori si richiama il segretario del Pd Pierluigi Bersani alla vigilia delle primarie. Al mattino è a Stella, in provincia di Savona, nel paese di un presidente della repubblica partigiano, Sandro Pertini. Sul registro dell'abitazione oggi trasformata in museo scrive che «Pertini ci indica ancora la strada del coraggio». E con i giornalisti ripete: «Ci abbiamo messo coraggio a fare le primarie, ma ci abbiamo preso». E ancora, «ora ci vuole il coraggio di affrontare la disaffezione e la rabbia e di dire che da soli questi pentimenti non risolvono i problemi che abbiamo davanti». Così il presidente della Liguria Claudio Burlando, bersaniano da sempre, twitta rievocando i partigiani: «Votate chi volete ma votate in tanti. I nostri nonni hanno lottato vent'anni per la democrazia. Noi possiamo aspettare in coda quindici minuti».
La seconda tappa di Bersani è un altro monumento ligure: la Sala Chiamata Culmv del porto, davanti alla Lanterna di Genova, aruspici i ritratti di Lenin, Togliatti, Berlinguer, Guido Rossa, Paride Batini, quasi una chiesa laica. Peccato che dei vari personaggi a malapena si intraveda il console Batini. Gli altri sono coperti dalle bandiere del Pd.
Bersani è accolto da una folla attenta. C'è anche il padrone di casa, il console della Culmv, Antonio Benvenuti, il suo vice Walter Marchelli, ci sono amministratori e assessori della giunta Doria. La folla lo applaude convinta «è tra la sua gente», mormora qualcuno in genovese. E così è tutto un abbraccio, a partire dal grido di un fan: «sei bellissimo». «Moderatamente bersaniano», risponde lui.
Giovani non tanti. Sarà che nelle stesse ore si ritrovano in diecimila a piazza De Ferrari sulle note del tormentone del momento Gangnam. Il segretario del Pd nuovamente parla di coraggio, in questa Genova che chiama «capitale del lavoro» dopo aver fatto sedere al tavolo i lavoratori della Errikson, Fincantieri, centrale del latte, Ansaldo-Finmeccanica, un rosario di chiusure fatte e ventilate, cassa integrazione e smembramenti. «Con le primarie solleviamo un meccanismo enorme di partecipazione - dice Bersani - Perciò le ho volute aperte. Abbiamo provato a rompere il muro tra cittadini e politica. Dovevamo mettere un po' di coraggio per riguardare negli occhi i cittadini e i lavoratori. C'è rabbia, distacco, indignazione. Vado al bar e al supermercato e là si capisce di più che a fare tante riunioni. Non voltiamo le spalle a questo disagio. Vediamo se abbiamo il coraggio di parlare diretti a queste disaffezioni».
Metà del discorso è dedicato a Berlusconi e al berlusconismo, «un sistema imperiale» dice Bersani e il Cavaliere «forse scende in campo, no non scende in campo, me lo immagino negli spogliatoi una scarpetta allacciata e una no, che sta dicendo: ma c'è ancora il campo?». Poi abbraccia la folla con qualche metafora campagnola come «stiamo tirando la cinghia che non c'è più il buco» oppure «siamo indietro come i meloni». Alla gente piacciono e applaude quando dice all'attuale governo che «non consideriamo chiusa la questione pensioni con gli esodati. Non possiamo accettare gli schiaffi alla scuola. Non ci è piaciuto il rapporto tra stato ed enti locali. Chi fa investimenti rapidi se non i comuni?». E parla di Europa, quella sbigottita dalle dichiarazioni razziste leghiste o dal berlusconismo, anche se «andremo a votare, Standard and poor's permettendo». Sulle alleanze, apre a Antonio Di Pietro, rispondendogli un «sì con molti se» perché «bisogna che ci siano dei gesti politici significativi» e «non si può dire che andiamo d'accordo se poi litighiamo». E promette il voto agli immigrati e la metà delle poltrone alle donne.
Infine chiude con un altro binomio: moralità e lavoro. Ne ha fatto la sua bandiera. «Genova sta con Bersani, - commenta il segretario di un circolo del Pd di Prà, Claudio Chiarotti - sono moderatamente ottimista. Magari passa il 50%».
Gli spin doctor osservano con curiosità un seggio: quello del ghetto. Qui alle primarie il sindaco Doria, candidato da Sel, raccolse quasi il 70%. Voteranno Vendola o Bersani?

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