ITALIA

Il Tar decapita il sindaco del Pdl, le elezioni sono da rifare

CATANZARO
DE LUCA GIACOMO,CATANZARO

A pochi mesi dallo scioglimento del consiglio comunale di Reggio Calabria, un analogo destino tocca a quello di Catanzaro. Per motivi diversi. Qui, il consiglio comunale non è stato sciolto dal ministero dell'interno per contiguità mafiose, ma decade per effetto di una sentenza del Tribunale amministrativo regionale, nell'ambito di un giudizio in cui erano stato impugnate le operazioni elettorali del maggio scorso.
Le urne avevano portato all'elezione alla carica di sindaco di Sergio Abramo (Pdl), che aveva superato il 50% dei voti per appena 128 schede. Da subito erano emersi forti dubbi sulla regolarità delle operazioni elettorali. Furono denunciate cancellature e correzioni. E' stato poi riscontrato che circa 27 elettori avevano votato due volte. Tanto che la procura ha aperto un'indagine penale sulla presunta compravendita dei voti, che ha portato all'iscrizione nel registro degli indagati di un consigliere comunale, Francesco Leone, e al sequestro delle schede elettorali di tutti i 90 seggi.
Il comitato del candidato sindaco sconfitto Salvatore Scalzo aveva quindi proposto ricorso al Tar chiedendo che venisse invalidato il voto. Ieri, il Tar ha dichiarato l'illegittimità del voto in otto sezioni e ha così annullato i verbali che avevano proclamato sindaco e consiglieri. La lettura del dispositivo della sentenza, è stata accompagnata da un applauso dal pubblico presente. «Giustizia è fatta».
Circa 6.500 cittadini torneranno quindi a esprimere nuovamente il proprio voto. Ancora non si conoscono le motivazioni poste dal Tar a sostegno della decisione. Ma, come di consueto in questi casi, già abbondano i commenti. Di gioia e di esultanza da parte di chi ha sostenuto questa battaglia giudiziaria, primo fra tutti, ovviamente, Salvatore Scalzo che avrà ora una nuova opportunità. Di rabbia e frustrazione, sul fronte avverso, dove il sindaco Abramo parla di danni incalcolabili e ha già annunciato che impugnerà la sentenza davanti al Consiglio di Stato e chiederà la sospensiva.
La sentenza, intanto, è stata già trasmessa, oltre che alla procura, anche alla prefettura. Dopo solo sei mesi, i Commissari potrebbero quindi tornare a Palazzo De Nobili.
Visto l'esito della sentenza, ha preso parte ai festeggiamenti anche il segretario nazionale del Pd, per sottolineare la fondatezza della battaglia condotta dal suo partito e da Salvatore Scalzo. Bersani, invocando il ritorno alle urne nel rispetto delle regole democratiche, ha confermato l'impegno a fianco di Scalzo, «perché la sua vittoria a Catanzaro sia motore di cambiamento per tutta la Calabria». Sempre di ieri è la notizia della nomina della commissione di accesso antimafia a Rende dopo gli arresti per corruzione dell'ex sindaco Umberto Bernaudo e dell'ex assessore Pietro Paolo Ruffolo, entrambi del Pd. Su questo, Bersani non ha fatto commenti.

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