INTERNAZIONALE

Entra in gioco il matrimonio gay

STATI UNITI - Mentre i due candidati presidenziali vanno a caccia di elettorato femminile, entra nella campagna anche il matrimonio tra gay: anche Obama si dice a favore. La parola alla Corte suprema
POTENZA ALESSANDRA,NEW YORK

Edith S. Windsor è una minuta signora di 83 anni. Eppure giovedì scorso è riuscita a raggiungere una delle vittorie legali che faranno storia negli Stati Uniti. Una corte federale d'appello dello stato di New York ha infatti dichiarato incostituzionale il cosiddetto Defense of Marriage Act (legge a difesa del matrimonio) o Doma, ovvero la legge federale che riconosce come matrimonio legittimo solo quello che unisce un uomo e una donna: e dunque nega alle unioni tra gay sia la legittimità, sia tutti i benefici fiscali e legali conseguenti a un matrimonio. La sentenza di giovedì nasce dalla vicenda personale di questa anziana signora. Nel 2009, dopo la morte della moglie Thea Clara Spyer, Edith Windsor ha ereditato la sua casa. Ma si è ritrovata a dover pagare 363.000 dollari di tasse sulla proprietà, come fosse una sconosciuta, il che non sarebbe successo se Windsor avesse perso un marito invece di una moglie dello stesso sesso.
Così ha deciso di fare causa, e ora la corte federale d'appello le ha dato ragione. «Tutti i matrimoni dovrebbero essere trattati ugualmente di fronte alla legge», Windsor aveva detto nel 2010, quando aveva fatto causa al governo federale. La scorsa settimana la sua affermazione è stata ascoltata, almeno in parte. Il Defense of Marriage Act è ancora vigente a livello federale, ma la sentenza della corte d'appello di New York è un passo fondamentale verso la sua abolizione. Passato nel 1996 sotto l'allora presidente Bill Clinton, il Defense of Marriage Act definisce il matrimonio come «l'unione legale fra un uomo e una donna come marito e moglie», e definisce la parola «coniuge» come «una persona di sesso opposto che è marito o moglie», escludendo quindi chiunque voglia unirsi a una persona dello stesso sesso.
Lo scorso maggio un'altra corte statale, nel Massachusetts, aveva dichiarato il Doma incostituzionale, ma la corte di New York ha fatto di più. Per la prima volta, la corte ha richiesto che la vigente discriminazione contro i gay venga sottoposta al cosiddetto «heightened scrutinity», un esame approfondito che richiede al governo federale di dare una ragione «eccezionalmente buona» per giustificare il diverso trattamento riservato alle persone gay. Questo perché, come scritto nella sentenza, «gli omosessuali hanno sofferto una storia di discriminazioni» negli Stati Uniti. Il giudice Dennis Jacobs, nominato da George H. W. Bush, ha anche sottolineato la chiara distinzione fra «matrimonio sacro», nella tradizione religiosa, e matrimonio civile che sottostà alle leggi dello stato.
E quindi il Doma è incostituzionale perché va contro la clausola della Costituzione americana che garantisce a tutti i cittadini uguale protezione sotto la legge. La nuova sentenza della corte d'appello federale di New York aumenta le probabilità che la Corte Suprema decida di riesaminare il Doma e la sua costituzionalità nel prossimo mandato, come è norma che avvenga quando una corte statale si esprime sull'incostituzionalità di una legge federale. Tanto più che negli Stati Uniti già otto stati, fra cui New York, riconoscono i matrimoni gay. «Sarebbe molto difficile che non considerassero un caso dove altre corti di grado minore hanno revocato una legge federale», fa notare Lee Epstein, professore di legge della University of Southern California. Lo scorso febbraio anche il presidente Barack Obama aveva dichiarato incostituzionale il Defense of Marriage Act e aveva chiesto che la Corte Suprema si esprimesse a proposito. Quasi messo alle strette da un pool di elettori che ha contribuito alla sua elezione quattro anni fa, e che potrebbe rigarantirne l'elezione a novembre, Obama ha dovuto dichiararsi apertamente a sostegno dei matrimoni gay. «Per anni ho parlato ad amici, familiari e vicini di casa», aveva detto Obama in febbraio, in un'intervista esclusiva con la televisione Abc. «Quando penso ai membri del mio staff che sono incredibilmente devoti a relazioni monogame, dello stesso sesso; che stanno tirando su figli insieme ... a un certo punto ho concluso che, personalmente, sia importante per me andare avanti e affermare la mia convinzione che le coppie dello stesso sesso devono avere la possibilità di sposarsi».
Nel suo acclamato discorso alla Convention democratica lo scorso settembre, a soli due mesi dalle elezioni presidenziali, anche la first lady Michelle Obama aveva dichiarato il suo appoggio, due volte riaffermando il diritto di poter amare chiunque si voglia. Quello dei matrimoni gay è un tema delicato in vista delle imminenti elezioni. Nonostante il 90 percento degli americani si dica favorevole a un trattamento paritario dei gay sul posto di lavoro, solamente il 50 percento è a favore dei matrimoni omosessuali. Eppure, se il Congresso degli Stati Uniti non fa qualcosa per cambiare il Doma, potrebbe dover intervenire la Corte Suprema, messa alle strette da un sistema giuridico statale che mette alla prova una legge a livello federale. La vittoria della signora Windsor a New York è stata considerata una vittoria per tutti i gay degli Stati Uniti, a detta dell'Unione americana per le libertà civili. Camilo Godoy, 23, un artista omosessuale che vive a Brooklyn, si dice contento della sentenza della corte d'appello.
La scorsa estate, mentre camminava verso casa, un suo caro amico è stato quasi ucciso a bastonate in Virginia perché gay. «Il Doma è discriminatorio perché riproduce una gerarchia politica e sociale che dichiara legittime le persone sposate ed eterosessuali, e illegittime coloro che non lo sono», dice Camilo.

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