Il luogo del disatro politico per Claudio Fava è Isnello, una piccolo paese nelle Madonie in provincia di Palermo.
Dopo una lunga notte di frenetiche consultazioni, è giunta inesorabile la fine della sua corsa come candidato governatore della regione. Per tutelare le liste collegate al suo nome, ha «deciso responsabilmente di fare un passo indietro». Il suo nome rimane ancora in ballo come vicepresidente, ma al fianco della sindacalista Fiom Cgil Giovanna Marano, la nuova candidata designata della coalizone di Federazione della Sinistra, Idv, Sel e Verdi.
All'origine del suo passo indietro, una «spaventosa» dimenticanza scoperta solo ieri attraverso una nota del ministro Cancellieri. La residenza dello scrittore, giornalista ed ex europarlamentare è stata spostata da Roma a Isnello (in provincia di Palermo) in ritardo di cinque giorni rispetto a quanto stabilito dal regolamento elettorale. Eppure per il sindaco di Isnello, Giuseppe Mogavero eletto nel 2012 con una lista civica «Rinascita» - organico al partito di Vendola in Sicilia - non esisteva alcun problema. «Fava è nostro compaesano. Ci conosciamo da anni e Claudio ha scelto di vivere con noi perché attratto dalle bellezze del nostro territorio».
Mogavero conferma di avere firmato l'iscrizione nelle liste elettorali del paese madonita, ma tiene a precisare che «non ricordo quando, ma ho siglato l'atto insieme a quello di un altro palermitano di cui non ricordo il nome». Quello che fino a ieri veniva definito dallo stesso Fava «un cavillo burocratico», si è trasformato nella causa della fine della sua corsa a palazzo d'Orleans.
A prendere il suo posto - dopo la rinuncia del senatore Fabio Giambrone e di Rita Borsellino - nella corsa alla poltrona di governatore, la sindacalista Giovanna Marano, 53 anni, presidente del comitato centrale della Fiom ed ex segretario regionale del sindacato di settore affiliato alla Cgil. Game over quindi per l'ex candidato Fava, che ieri durante la sua conferenza stampa a Palermo non usa affatto toni dimessi, anzi. «Questo è un momento ricco innanzitutto perché siamo due. La presenza di Giovanna Marano accanto a me serve a raccontare quanto sia fondamentale la presenza e l'attenzione al mondo del lavoro per noi e nel nostro programma», dice Fava, che subito fa un appello al ministro dell'interno: «Il ministro Cancellieri dica chi l'ha informata e dica se ritiene lecito che un ministro dell'interno esprima un giudizio di qualità su liste e candidati sulla base di informazioni raccolte a Montecitorio. Non è mai accaduto che un ministro intervenga prima della presentazione delle liste per bocciare una candidatura e senza attendere i necessari e doverosi tempi delle procedure elettorali».
«Un golpe politico» quindi ciò che avvenuto per il leader siciliano di Sel che promette pure di fare ricorso contro questa norma «perché io sono residente in Sicilia e pretendo di votare in Sicilia».