VISIONI

Lo spirito dei Talk Talk? Un party sempre vivo

MUSICA
PECIOLA ROBERTO,LONDRA

L'occasione era ghiotta, di quelle da non lasciarsi sfuggire. Il flan recitava Spirit of Talk Talk Launch Party, e annunciava la presenza di alcuni nomi che magari al pubblico italiano diranno poco ma che per quello inglese rappresentano realtà consolidate da una parte e promesse future dall'altra. Giovedì 6 settembre, Londra, ore 7.50 pm, la location è il 229 The Venue, al 229 di Great Portland Street, la via che, proseguendo da Regent Street, porta direttamente al Regent's Park.
Spirit of Talk Talk è il doppio album - pubblicato in questi giorni - che l'etichetta Fierce Panda dedica alla storia musicale di una delle più celebrate e apprezzate band inglesi degli anni Ottanta, i Talk Talk; da un'idea di un acceso fan, Toby Benjamin, e di un musicista del calibro di Alan Wilder - ex Depeche Mode e da solista conosciuto con lo pseudonimo di Recoil - che ne ha curato la produzione artistica. Si parte - puntualità svizzera - con i TenFiveSixty, trio elettronico al debutto, presente con un brano nella compilation, e si prosegue con uno dei nomi nuovi a cui sono riservate grandi attenzioni e aspettative dall'altra parte della Manica, i Goldheart Assembly, i quali hanno intrattenuto il pubblico, composto per lo più da cinquantenni ma anche da giovanissimi appassionati, con brani originali e con la loro cover di Chameleon Day, e scaldato l'atmosfera prima dell'arrivo sul palco di una sorta di supergruppo guidato dal pianista Phil Ramacon, già collaboratore della formazione di Mark Hollis, band che ha dato vita a una sorta di jam session improvvisata su tre tra i brani più noti dei Talk Talk, Life's what You Make it, Nightboy e It's My Life.
Accanto a Ramacon altri due musicisti che a suo tempo hanno avuto occasione di collaborare con la band di Tottenham, il tastierista Rupert Black e il percussionista Martin Ditcham (per l'occasione alla batteria), e poi il bassista John McKenzie, i Turin Brakes al completo e Fyfe Dangerfield, leader dei Guillemots, il quale dopo aver chiuso la session ha regalato il momento più emozionante della serata accompagnandosi al piano per lo spazio di tre ottime composizioni, prima di lasciare spazio al gruppo più noto del lotto, i Turin Brakes, e al dj set conclusivo affidato alle mani di Sam Hardaker degli Zero 7. Il tutto condito dalle proiezioni video di James Marsh, il visual artist dietro tutte le copertine dei Talk Talk. Un sentito tributo a un gruppo e a un artista, Mark Hollis, polistrumentista, autore, cantante e band leader, decisamente sui generis e in controtendenza. Dopo tre album di enorme successo - The Party's Over, It's My Life e The Colour of Spring - e brani rimasti nella memoria di tutti coloro che hanno vissuto negli Ottanta e si sono abbeverati alle sonorità new wave, da Today a It's My Life, da Dum Dum Girl a Such a Shame - quest'ultimo accompagnato da un video divertentissimo che già lasciava intravedere la spensieratezza e il totale distacco dalle regole del music business da parte di Hollis e soci, quel music business che utilizzava proprio i videoclip come traino verso il successo, curandoli in maniera tale da renderli veri e proprio minifilm -, i Talk Talk decisero di cambiare completamente registro.
A dispetto di ogni logica «commerciale», pubblicarono due lavori lontanissimi da pulsioni commerciali, Spirit of Eden e Laughing Stock, che viravano piuttosto sulla sperimentazione, su costruzioni armoniche complesse e sonorità dilatate e cupe, gettando le basi per un genere che si sarebbe affermato tra la fine dei Novanta e gli inizi del nuovo secolo, il post rock. Purtroppo quei due dischi decretarono anche la fine dell'esperienza Talk Talk, e il ritiro dalle scene dello stesso Mark Hollis, il quale dopo un album solo, che riprendeva la formula utilizzata negli ultimi lavori della band, ha dato un taglio netto preferendo la tranquillità di una vita in famiglia con moglie e figli al successo e alla fama (è però di questi giorni la notizia di un nuovo lavoro completamente strumentale dal titolo Arb Section 1, in uscita a settembre, per lo show televisivo Boss di Kelsey Grammer).
Ma i Talk Talk hanno lasciato un segno profondo, e oggi questo doppio album ne celebra l'opera, attraverso 30 tracce intense in cui si respira a pieno il grande rispetto che gli artisti che hanno partecipato a questa compilation nutrono nei confronti della musica, delle canzoni di una grandissima band. Nomi di assoluto spessore, oltre a quelli menzionati in precedenza, tra i quali possiamo citare: Lone Wolf, Shara Worden (alias My Brightest Diamond), Joan as Police Woman,White Lies, The Acorn, Do Make Say Think e Jason Lytle (Grandaddy).

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