CULTURA

Dante incontra Ciacco a «South Park»

EX PRESS
CARBONE MARIA TERESA,

È tempo di ri-traduzioni: nel 2011 la scadenza dei diritti su Francis Scott Fitzgerald ha portato una pioggia benefica di versioni diverse del Grande Gatsby. Quest'anno è il turno di Joyce, con un finalmente plurimo Ulisse, e di Virginia Woolf, la cui Signora Dalloway acquista in italiano una gamma di voci differenti. Ma copyright a parte, è l'aria del tempo a indurre gli editori a riprendere in mano i classici per riportarli fra noi, vestiti di panni nuovi. Negli Stati Uniti, proprio in questi giorni, la più recente versione dell'Inferno di Dante, appena uscita per Graywolf, è stata accompagnata da una miriade di interviste alla traduttrice, la poetessa Mary Jo Bang che - secondo il «Publishers Weekly» - avrebbe condotto sul capolavoro dantesco «qualcosa di simile a quanto ha fatto nel '96 Baz Luhrmann per Shakespeare con il suo film Romeo and Juliet». E in effetti, stando a quanto scrive Bang stessa (sempre su «PW»), questo suo Inferno si discosta parecchio dal testo letto finora negli States. Basti dire che per dare un nome a Ciacco, nel canto V, l'audace traduttrice ha preso un personaggio della serie tv South Park, Eric Cartman, «definito - proprio come Ciacco - dalla sua persistente e egoista ghiottoneria». Spiega Bang: «Traducendo l'Inferno, sapevo di non poter immaginare cosa volesse dire essere Dante: non sono nata nel Duecento, non sono maschio, italiano, fiorentino, cattolico, esule politico... Ma sono una poetessa e ho pensato che se avessi assunto questi panni traducendo, avrei intuito meglio come Dante compose il poema e replicarne alcuni aspetti. Per esempio traducendolo in un inglese colloquiale, così come Dante scelse il vernacolo toscano invece del più tradizionale, ed elevato, latino».

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