POLITICA

Lombardo, giù il sipario. Dimissioni, solite accuse e ultime nomine

Sicilia
ZOPPI MAURIZIO,PALERMO

Game over per Raffaele Lombardo. Il governatore della Sicilia ha presentato ieri pomeriggio le sue dimissioni a Palazzo dei Normanni, sede dell'Assemblea regionale siciliana. All'annuncio - come promesso dal presidente dell'Ars Francesco Cascio - non è seguito il dibattito parlamentare.
Conto alla rovescia, quindi, per le elezioni regionali che, secondo Lombardo, si svolgeranno il 28 e il 29 ottobre. Il governatore, nell'assoluto silenzio dell'aula, ha letto un discorso nel quale ha ripetuto il motivo delle dimissioni: dall'inchiesta giudiziaria allo strano quadro politico siciliano, all'incompatibilità con il governo nazionale. Queste le cause «determinanti».
«Assistiamo a una vera e propria aggressione nei confronti della nostra Regione, della sua autonomia - attacca Lombardo - e vediamo affermarsi un serrato centralismo con tagli dal governo imposti da continue manovre finanziarie. In questo contesto è necessario che il presidente della regione possa svolgere appieno le sue funzioni e prerogative e non sia sottoposto a vincoli. Così non è stato per me almeno dal marzo 2010. Con grande disagio - continua - ho affrontato questa situazione, un disagio che ho cercato di nascondere con grande sofferenza. Non è così per una vicenda giudiziaria che sto subendo. Una vicenda giostrata abilmente sul piano mediatico. Mi auguro che le mie dimissioni possano aprire una nuova fase guidata da una politica forte che sappia riconquistare l'autonomia applicando il rigore finanziario per liberare energie e risorse per lo sviluppo».
Con le dimissioni di Lombardo si scioglie anche l'Ars. Come stabilisce la regola del simul stabunt simul cadent, prevista dall'articolo 10 dello Statuto.
Dopo 4 anni fra allenze e tradimenti politici ecco che il politico catanese chiude la sua era politica. Lo stesso Lombardo, per concludere in bellezza la sua esperienza, nei giorni scorsi ha sparato le sue ultime cartucce, nominando - in modo anomalo, tramite la commissione Affari istituzionali - i vertici di importanti enti regionali. Nomine poco dopo annullate per la violazione del regolamento interno all'Ars. Ma non è tutto. Lombardo, poco prima di recarsi in Assemblea regionale per presentare le sue dimissioni, ha nominato un nuovo assessore, Nicola Vernuccio, già commissario Mpa a Palermo, cui è stata attribuita la delega alle Autonomie locali lasciata vacante, alcune settimane fa, da Caterina Chinnici.
Un peso determinante per queste dimissioni lo ha avuto l'inchiesta giudiziaria della Procura di Catania che, nel marzo del 2010, ha coinvolto Lombardo con l'accusa di voto di scambio, con l'aggravante mafiosa per lui e per suo fratello Angelo, deputato nazionale del Mpa. E' una lunga e controversa vicenda giudiziaria nella quale la richiesta di archiviazione dei pm non è stata accolta dal Gip, che il 29 marzo del 2012 ha deciso per l'imputazione coatta del presidente, già a giudizio per reato elettorale. Un terremoto per la politica siciliana.
Tornando alle dimissioni, tutto rimane nel cassetto come la spending review, nonostante le promesse fatte dal governatore al premier Monti. In materia finanziaria viene approvato, in una seduta molto movimentata, soltanto l'assestamento del bilancio regionale per il 2012 .

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