Ai vertici dei servizi di sicurezza, che per 13 anni non si sono accorti dell'esistenza di una cellula terroristica neonazista o, se se ne sono accorti, ne hanno sottovalutato l'energia criminale, cade una testa dopo l'altra. Lunedì era stato Heinz Fromm, il presidente del Bundesverfassungsschutz, l'ufficio federale per la tutela della Costituzione, a chiedere al ministro degli interni di sollevarlo dall'incarico, dopo che si è venuto a sapere che il suo ufficio ha distrutto documenti su questa vicenda, verosimilmente compromettenti. Ieri, a solo 24 ore di distanza, è stato messo alla porta Thomas Sippel, il presidente del Verfassungsschutz regionale della Turingia, il Land dove sono nati e si sono formati politicamente i tre protagonisti del «gruppo clandestino nazionalsocialista» (Nationalsozialistischer Untergrund, in sigla Nsu), Uwe Mundlos, Uwe Bönhardt, Beate Zschäpe.
Sippel non ha chiesto di dimettersi. È stato congedato con effetto immediato dal ministro regionale degli interni, il democristiano Jörg Geibert, perché «non ha più la fiducia del parlamento». I componenti della commissione d'inchiesta, insediata dal Landtag della Turingia per capire le ragioni della miopia a destra del servizio di sicurezza regionale, si sono accorti che l'ufficio presieduto da Sippel si era dimenticato di consegnare due ordinatori pieni di documenti sulla rete di informatori negli ambienti neonazisti. Ora, assicura il ministro Geibert, i documenti sono stati consegnati, ma con parti cancellate col pennarello nero.
I documenti si riferiscono all'operazione «Rennsteig», dal nome di un sentiero turistico di 170 chilometri sul crinale dei monti che separano la Turingia dalla Baviera, condotta tra il 1997 e il 2003 dal Verfassungsschutz federale, da quello regionale e dal servizio di controspionaggio militare (Mad), per reclutare informatori nel Thüringer Heimatschutz (ronde per la difesa patriottica della Turingia), dove era attivo il terzetto terrorista prima di passare in clandestinità nel 1998.
Il reclutamento fu fruttuso. Insime questi servizi potevano contare su 12 fonti, alcune certamente molto vicine ai tre di cui sopra. Di queste fonti, otto venivano gestite dal Verfassungsschutz federale, ma i fascicoli che si riferivano a ben sette di loro sono stati mandati al macero nel 2011 da un capo dipartimento di questo ufficio: e questo è il motivo delle dimissioni di Fromm.
Stranamente i documenti sono stati ridotti in coriandoli proprio all'indomani dell'annuncio che l'ufficio criminalistico federale, responsabile per le indagini su fenomeni di terrorismo, avrebbe avocato a sé l'inchiesta sul Nsu, gruppo responsabile di dieci omicidi, in nove casi contro immigrati.