VISIONI

Le storie cantate dei popoli invisibili

FESTIVAL INTERNAZIONALE DELLE OMBRE
ALBA ANTONELLA,

«Perché i bambini devono sempre andare a letto anche se non hanno sonno? Perché esiste la notte e il giorno? Perché non si può parlare sott'acqua? Cos'è l'aria? Cosa c'è oltre il cielo?»
Sono questi gli interrogativi posti all'inizio della XVI edizione del Festival Internazionale delle Ombre di Rocca di Staggia Senese (12-16). Non è un caso che la matinée, affidata alla compagnia Giallo Mare Minimal Teatro con Di-segno In-segno, come evento tradizionale del festival - oggi al teatro Politeama di Poggibonsi - sia dedicata ai più piccoli. Si parte spesso dal porsi quesiti semplici ed elementari per arrivare a interrogarsi sulle criticità umane dell'esistere. É la scelta e la cifra stilistica della manifestazione che quest'anno è dedicata ai popoli dimenticati. Popoli che, per usare la metafora cara a chi pensa alla ragione intrinseca del festival, sono in ombra, rinnegati, oppressi, vittime di genocidi, rimossi dalla coscienza collettiva, inseriti in un processo di disumanizzazione costante e progressivo, segno e testimonianza dei nostri tempi e dei nostri luoghi.
«Una vera e propria epopea dei dimenticati - dice il direttore artistico Marcella Fragapane - da cui si leva il grido di ogni terrone, di ogni muso giallo, di ogni negro, di ogni zingaro, di tutti gli extracomunitari del pianeta ridotti a pure ombre dal filo spinato del benessere che fa dell'esclusione e dell'ingiustizia il corrispettivo dell' inciviltà».
Obiettivo del festival e delle due associazioni Stacciaburatta e Amici di Staggia che ne fanno parte, è sempre quello di ottenere - attraverso l'arte e la parola sulla scena - attenzione sul tema prescelto per riflettere sui fatti e sensibilizzare le coscienze. «Se pensiamo che - aggiunge Fragapane - in alcune classi delle nostre scuole qui a Poggibonsi, si contano sette etnie diverse, si capisce come i temi legati all'accoglienza e al rispetto dell'altro siano occasione imperdibile per diventare davvero uomini». È così che gli interrogativi diventano più ingombranti, complessi, urgenti.
Sempre oggi nella suggestiva cornice della Rocca di Staggia sarà il teatro musicale di Moni Ovadia a dare un contributo fondamentale a questa ricerca con lo spettacolo Senza confini - Ebrei e zingari un recital di canti, musiche, storie rom, sinti ed ebraiche per dare voce alle genti in esilio e alle diverse lingue e suoni che a causa di percorsi storici avversi rischiano di essere totalmente dimenticati. Dal palco arriveranno tragedie inaudite, rimosse dai libri di storia come quella dei 365 profughi italo-albanesi che intrappolati dal fascismo in Albania subito dopo la seconda guerra mondiale rientrarono in patria solo in seguito alla caduta del regime comunista di Enver Hoxha, dopo aver subito persecuzioni, torture e campi di prigionia per oltre quarant'anni. È lo spettacolo Italianesi con Saverio La Ruina della pluripremiata Compagnia Scena Verticale di Castrovillari (CS) in scena mercoledì 13 giugno.
E poi ancora (il 14 ) la sperimentazione e la creatività di Teatro Distinto di Valenza con lo spettacolo Kish Kush, i Muta Imago (il 15) con Lev trasferiscono sul palco lo sguardo di Lev Zasetsky un reduce di guerra dimenticato paziente del celebre neuropsichiatra russo Alexander Lurja. Il cerchio si chiude con lo spettacolo per ragazzi Picablo di Tam Teatro Musica (Padova) che «trasforma» le opere di Picasso partendo dal suo nome.

info www.festivalombre.it

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