VISIONI

Quello che (non) ho e l'Italia che vorrei

DALLA RAI A LA 7, RIECCO LA «STRANA» COPPIA
DEL SETTE LUCIANO,

Un Enrico Mentana con i riccioli particolarmente arricciati e un sorriso da spot per dentifricio, lancia dal suo Tg la nuova trasmissione su La7 del duo Fabio Fazio - Roberto Saviano, Quello che (non) ho. Collegamento con le Ogr (Officine Grandi Riparazioni) di Torino, archeologia industriale riconvertita in spazio espositivo, che ospita le tre puntate dall'oceanica durata di tre ore ciascuna. Fazio parla di luogo simbolico, perché anche le parole sono da riparare, nel senso che vanno protette. Poi è il turno di Saviano. Ecco la domanda a proposito delle polemiche suscitate dall'articolo di ieri sul Foglio, a firma di Ferrara. L'Elefantino aveva messo nero su bianco, precedute da un Basta Saviano con il punto esclamativo, dichiarazioni pesanti come il suo autore «... non sa fare niente e va su tutto, è di un grigiore penoso, e i madonnari che lo portano in processione dalla mattina alla sera gli hanno fatto un danno umano, civile, culturale e professionale quasi bestiale».
Saviano manda a dire a Giuliano «Non rispondo perché so che sto facendo bene... Questi attacchi mi galvanizzano». Mentana fa gli auguri, anticipando tutto senza ancora aver visto niente «Sarà un successo straordinario». Ore 21 e 10, si parte. Lo sfondo delle Ogr vede Fazio recitare una filastrocca di Gianni Rodari che ha per tema, ovviamente, le parole. Servono a tante cose (pensare, amare, far rumore, telefonare...) ma non servono più per parlare. Applausi fragorosi degli spettatori, che la Questura di Torino ha identificato uno per uno grazie a una lista fornita con largo anticipo dalla produzione; applausi che aumentano di intensità quando entra in scena Saviano dal fondo dell'immenso ambiente. La prima parola spetta a lui. E Saviano, riandando ai recenti e fortunati tempi di Vieni via con me, su Rai 3, sceglie «interloquire». Ricorda quali veementi proteste suscitarono le sue affermazioni a proposito dei politici che interloquiscono con la 'ndrangheta. Si arrabbiò anche la Lega, e molto. Salvo ammutolire, storia recente, di fronte alle carte di un'inchiesta che accusa il suo (ora ex) tesoriere Belsito, di aver interloquito, eccome, con la 'ndrangheta: terroni, si, ma utili assai. Finisce lì il brevissimo monologo. Sigla, luci, e applausi ancora. A profusione.

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