LA GIORNATA

C'è la crisi Antimafia senza scorta

NERI FRANCESCO,

«Uno Stato che non riesce a garantire protezione ai funzionari che sono esposti al pericolo non è uno Stato credibile, indipendentemente dalle conseguenze». Parole forti, dure come pietre, pronunciate qualche giorno fa da Catello Maresca della Direzione distrettuale antimafia di Napoli. È il giovane pubblico ministero che ha chiesto pesanti condanne per il sanguinario killer dei Casalesi Giuseppe Setola, è titolare di alcune delicate inchieste sulla mafia casertana e sta dando la caccia, con altri colleghi, a uno dei latitanti più pericolosi ancora in circolazione in Italia: Michele Zagaria. Le sue parole arrivano dopo la diffusione di una circolare del Ministero della giustizia entrata in vigore lo scorso 6 ottobre, secondo la quale tutti i magistrati sono costretti dopo le 18 e la domenica ad andarsene a casa dall'ufficio senza macchina di servizio e senza scorta. «Ma quale esempio diamo? Noi diciamo sempre che gli imprenditori non denunciano il crimine organizzato e promettiamo a chi si espone protezione. Ma oggi chi vede che neppure i funzionari dello Stato che lottano in prima fila contro le mafie sono tutelati pensa: figurati gli altri!».
Non è uno sfogo quello di Maresca. E non è nemmeno un'invettiva contro il titolare del ministero della giustizia Francesco Nitto Palma che viene dalla magistratura e che dovrebbe, presumibilmente, essere sensibile a certe questioni. Perché il giovane magistrato è persona schiva e riservata, non ama il clamore e non è avvezzo a un linguaggio urlato. È abituato a pesare quello che dice, è abituato a valutare gli effetti delle proprie parole, è abituato a mantenere il basso profilo.
Quella del di Maresca è una constatazione, una valutazione, una denuncia. Pacata ma ferma. Serena ma dura. E per questo ancora più grave verso un provvedimento preso prima da Angelino Alfano e poi confermato dal suo successore.
I tagli del governo hanno colpito anche le forze dell'ordine, anche la magistratura, anche la lotta alla criminalità organizzata. Non solo non ci sono i soldi per pagare la benzina alle auto della Polizia ma mancano anche i fondi per pagare gli straordinari al personale di cancelleria, per garantire la tutela e la protezione ai magistrati che stanno in prima linea tutti i giorni. Quelli come Maresca, che combattono con le armi del diritto e della legalità contro la camorra. E rischiano la propria incolumità semplicemente per svolgere bene il lavoro che hanno scelto.
Lo scorso 27 luglio il ministro della giustizia aveva annunciato con una circolare che se una procura finisce i soldi annui a disposizione non può più spendere un euro. Il procuratore di Napoli Giovandomenico Lepore ne ha preso atto e lo scorso 6 ottobre ha inviato un ordine di servizio a tutti i sostituti spiegando che con efficacia immediata gli straordinari sono sospesi fino al 31 dicembre 2011.
«Questa storia va avanti da tre settimane - aggiunge ancora Catello Maresca - Alcuni giorni fa mi è capitato di uscire dalla Procura da solo... Ammetto che un po' di paura ce l'ho, incrocio le dita e spero che tutto vada bene. O mi rinchiudo in casa o cambio lavoro».

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