ECONOMIA

Fiat, Fabbrica America

MARCHIONNE - Alla Consob: «Non parlerò più di Fabbrica Italia». Tanti utili grazie a Chrysler
PATERNO FRANCESCO,

I conti tornano all'amministratore delegato di Fiat-Chrysler, Sergio Marchionne. Il consiglio di amministrazione si è riunito per approvare quelli del terzo trimestre e per stilare una lettera di risposta alla Consob, che il 20 ottobre aveva chiesto più chiarezza al manager su obiettivi e lavoro delle fabbriche italiane. A borse chiuse, il gruppo di Torino ha comunicato i dati del terzo trimestre di Fiat Spa, il primo pieno dopo il consolidamento dei conti della controllata Chrysler, e una nota stizzita per la Consob, cui esprime «disappunto» per il fatto che la lettera dell'autorità di borsa è stata riferita dalla stampa. In serata sono arrivati anche i conti di Fiat Industrial, con utili di gestione ordinaria a +47%.
Nella nota, Marchionne sostanzialmente ribadisce di non voler dare i «dettagli» del piano finanziario e nemmeno una riga su quali e quanti prodotti nasceranno negli stabilimenti italiani. Si confermamo gli impegni, e questo deve bastare. Se la Consob e il suo presidente Giuseppe Vegas vogliono più chiarezza, aggiunge gelidamente la lettera di due pagine, «è consultabile il Sito della Società». E sempre con lo stesso tono, viene messo nero su bianco che del progetto Fabbrica Italia, lanciato da Marchionne nell'aprile del 2010, da oggi la Fiat non ne parlerà più. «Alla luce dei possibili fraintendimenti, equivoci ed irrealistiche attese di dettaglio collegate al progetto Fabbrica Italia - si legge nel comunicato - Fiat, si asterrà, con effetto immediato, da qualsiasi riferimento a Fabbrica Italia, fermi restando gli impegni già assunti ed il suo generale intento strategico di contribuire alla soluzione dei problemi industriali dell'Italia ed al suo futuro sviluppo». E' solo la fine della comunicazione, ma certo non un buon segnale per i lavoratori dei siti italiani.
Se il miracolo di sapere da Marchionne che cosa produrrà in tempi certi in Italia non c'è stato, un altro miracolo si è verificato invece nei conti. Nonostante le perdite di quota in Europa del gruppo italiano, il terzo trimestre ha chiuso in modo anche migliore di quanto stimato dagli analisti: gli utili della gestione ordinaria sono triplicati rispetto alle stesso periodo del 2010, 851 milioni di euro contro i 256 del 2010, grazie al contributo per due terzi della Chrysler (556). L'utile netto è pari a 112 milioni di euro, «influenzato da oneri atipici netti di 57 milioni di euro e dall'effetto negativo per 138 milioni di euro derivante dalla valutazione a valori di mercato di due equity swap correlati a piani di stock option di Fiat».
Per la fine del 2011, il consiglio di amministrazione di Fiat stima un utile della gestione ordinaria a «oltre» 2,1 miliardi di euro (la previsione precedente era di «circa» 2,1 miliardi). E' in aumento, prevedibilmente in parte per la scalata alla controllata americana, l'indebitamento netto industriale di Fiat-Chrysler, che alla fine del terzo trimestre è pari a 5,8 miliardi di euro (3,4 miliardi di euro alla fine del secondo trimestre). I ricavi del gruppo Fiat-Chrysler sono ammontati nel terzo trimestre a 17,6 miliardi di euro, esclusa Chrysler sono stati per la sola Fiat di oltre il 4% rispetto al terzo trimestre 2010. Bene Ferrari e Maserati e Componenti, con Fiat Group Automobiles che «mantiene i livelli dell'anno scorso nonostante le difficili condizioni del mercato dell'auto in Europa» grazie, come al solito, all'andamento positivo del mercato brasiliano. La liquidità disponibile - cruciale con l'aria di crisi economica e di recessione che tira - è aumentata a 20,8 miliardi di euro, di cui 12,8 in cassa della sola Fiat.
Il miracolo dei conti del terzo trimestre è un miracolo molto americano. Poco prima dei dati Fiat, da Auburn Hills venivano diffusi i conti del terzo trimestre di Chrysler, che sottolineavano un robusto aumento delle vendite in un mercato interno in ripresa.
La Chrysler ha chiuso il periodo con un utile netto di 212 milioni di dollari a fronte di una perdita di 84 milioni di dollari dello stesso periodo dell'anno precedente. I ricavi sono saliti del 19% a 13,1 miliardi di dollari, con vendite pari a 496.000 auto nel mondo, il 19% in più rispetto al 2010.
La quota di mercato di Chrysler in Nord America è aumentata all'11,4% dal 9,6% dell'anno prima, mentre in Canada la quota di mercato è salita al 14,5%. Marchionne rivede al rialzo le stime 2011 per la controllata americana, di cui Fiat detiene il 53,5% per arrivare entro dicembre al 58%, dopo l'avvio della produzione di un nuovo modello dai bassi consumi (una Dodge): l'utile netto si attesterà quest'anno a 0,6 miliardi di dollari, in aumento rispetto alla previsione precedente di 0,2-0,5 miliardi, così come il free cash flow risulterà pari a 1,2 miliardi di dollari, in aumento rispetto a 1 miliardo stimato in precedenza.

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