CULTURA

Una legge per chi non legge

INCONTRI - Da ieri a Matera il meetingi del Forum del libro
CARBONE MARIA TERESA,

Riprendendo e riadattando per l'ennesima volta, a costo di apparire banali, il vecchio titolo di Carver, vale la pena chiedersi: di cosa parliamo quando parliamo di lettura? Vale la pena chiederselo soprattutto in un paese come l'Italia nel quale da decenni si continua a ripetere come un triste ritornello che «la gente non legge» - dove «leggere» significa, a seconda dei casi, «leggere almeno un libro l'anno» (lo farebbe ancora oggi meno della metà della popolazione oltre i 6 anni, secondo gli ultimi dati Istat presentati giorni fa alla Buchmesse di Francoforte) oppure, usando un criterio cui in molti oggi fanno riferimento, «saper interpretare un testo semplice» (e qui le statistiche sono ancora più sconfortanti, dato che solo il 30 per cento degli italiani sarebbe in grado di farlo). Ma è davvero così? e se è così, cosa si può fare per riparare un danno le cui conseguenze investono lo stato generale del paese, la sua economia, la sua cultura, il suo «stare nel mondo»?
A queste domande cerca di rispondere fra gli altri la piccola e agguerrita associazione Forum del libro che ha tra i suoi pregi quello di riunire una volta l'anno editori e librai, bibliotecari e insegnanti, scrittori e politici, in modo da avere tutte o quasi tutte le voci di chi governa la vita dei libri dal loro nascere in poi. Tema prescelto per il 2011, con rinfrescante sprezzo delle retoriche centocinquantenarie, «Leggere in Europa». Sede, Matera - città ambiziosa (si è candidata come capitale europea della cultura nel 2019) e che tuttavia fa parte della regione dove, sempre a dare retta alle statistiche, si legge di meno, la Basilicata. E così fra i Sassi è calato da Parigi Éric Vigne, responsabile della saggistica di Gallimard, a raccontare con mirabile sincerità i lontani pregi e le attuali debolezze della famosa «legge Lang», quella che nel 1981 pose il veto agli sconti sui libri (non più del 5 per cento, con l'eccezione delle biblioteche, che hanno diritto al 9 per cento) - una legge, ha detto Vigne, che per molti anni è riuscita a dare maggior forza alle librerie indipendenti e a una produzione editoriale variegata, ma che oggi, in tempi di catene e di grande distribuzione e (soprattutto) di vendite online, è obsoleta, «appartiene all'ancien régime», quando il libro non veniva considerato un prodotto come gli altri. Parole che nella bella sala di Palazzo Lanfranchi dove si riunisce il Forum suonano indigeste a tanti, visto che una legge analoga in Italia è passata ora, con trent'anni di ritardo, e il tetto del 15 per cento agli sconti ha suscitato mille polemiche, anche da parte di molti di quegli indipendenti che vorrebbe tutelare. (Senza contare che, come spesso accade in Italia, le maglie di controllo sono assai elastiche: molte le edicole che promettono allegramente sconti del 20-25 per cento, oppure siti a iscrizione come Saldiprivati.com, dove si possono talvolta trovare - sia pure solo per pochi giorni - titoli recenti scontati del 60 per cento!).
Ma soprattutto fra i Sassi è arrivata Isabel Ruiz de Elvira Serra, che al ministero spagnolo della cultura si occupa di promozione della lettura ed è stata fra i responsabili di un mirabile «Plan de fomento» grazie al quale nell'arco di una decina d'anni i lettori spagnoli sono aumentati di parecchi punti percentuali. Dove si vedono, tra l'altro, i vantaggi di una programmazione continuativa e articolata nel tempo, di una attenzione priva di qualsiasi sussiego nei confronti dei diversi modi di leggere, di una capacità intelligente di intercettare i lettori «inconsapevoli» (quelli e quelle, che magari usano quotidianamente ricettari e cataloghi e manuali e pagine web, ma non sanno di leggere), di un sostegno vero e concreto a quei luoghi - prima fra tutti la scuola - dove dovrebbero essere coltivati, secondo le inclinazioni di ciascuno, l'abitudine e il gusto per la lettura. Un piano da studiare anche nei particolari (per esempio le efficaci campagne promozionali, ben lontane dagli slogan melensi e inutili che ci ha propinato un paio d'anni fa, oltre tutto a caro prezzo, la presidenza del consiglio) e che sarà di certo materia di riflessione per la legge di iniziativa popolare per la promozione della lettura su cui sta lavorando proprio il Forum, per dare tra l'altro maggiore autonomia e consistenza al finora evanescente Centro per il libro, che proprio di queste cose si dovrebbe occupare e che invece - causa mancanza di fondi, ma non solo - poco combina.
Se tutto va bene, il testo (frutto di un'elaborazione collettiva, benvenuti gli apporti su www.legge-rete.net) sarà pronto per il prossimo incontro del Forum, che si terrà nell'autunno 2012 a Vicenza. Fermo restando, come ha sottolineato la giovane e battagliera vicesindaco della città veneta, Alessandra Moretti, intervenuta a Matera, che per smuovere davvero le cose la buona volontà non basta, ci vogliono risorse (leggi: soldi). Parole che abbiamo sentito tante volte, ma evidentemente non abbastanza, visto che gli investimenti sulla lettura, la scuola, la cultura, continuano a essere scarsi e insufficienti.

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