ITALIA

Violenze di stampo mafioso

LETTERA DA LAMPEDUSA
SFERLAZZO GIACOMO

Oggi a Lampedusa si è compiuto il piano del governo e dell'amministrazione locale, quello che per molti anni non è riuscito, oggi ha avuto compimento: arrivare allo scontro tra lampedusani e migranti, in questo caso tunisini. Tutti quelli che dovevano sapere erano da tempo a conoscenza dello stato di degrado e di nervosismo che nel centro di Lampedusa si viveva quotidianamente. Era prevedibile che lasciare i ragazzi tunisini in quelle condizioni avrebbe causato una grande rivolta e cosi è stato.
Il problema è sempre lo stesso dall'inizio dell'anno: la mancanza di trasferimenti da Lampedusa al resto d'Italia. Anche questo si sapeva, ma tutti hanno fatto finta di niente, l'importante è che i migranti non si vedano per la strada, l'importante e che i turisti non vedano, l'importante è mostrare le immagini della festa della Madonna di Porto Salvo, la Lampedusa bella, la Lampedusa vacanziera, quello che è accaduto è già passato, non bisogna parlarne. Questo modo di fare viene da una mentalità mafiosa, omertà e silenzio, ed è il culmine dei comportamenti di un gruppo di persone e di una amministrazione che ha fatto dell'illegalità la propria bandiera. Una prassi del malaffare che nessuna istituzione ha mai arginato e che anzi sembra essere premiata. L'unico valore che accomuna una parte di lampedusani che non so quantificare, è la stagione estiva che tradotto significa lo sfruttamento del territorio per fare soldi. Quelli che dovevano essere i compagni della lotta contro le angherie e le violenze sono diventati il problema, i nemici da uccidere, da annegare, da buttare nel rogo, mentre Berlusconi al suo arrivo sull'isola veniva acclamato da una folla violenta che impediva a chi non era d'accordo di manifestare.
In queste ore i miei amici, che oggi più che mai voglio chiamare compagni, vengono minacciati da una folla imbestialita, che ha perso ogni direzione. Sono le stesse persone che hanno applaudito Crialese e facevano a gara per complimentarsi dopo la proiezione di Terraferma, sono le stesse che si esaltano per i musicisti che vengono a cantare la solidarietà durante la manifestazione O scià e fanno a gara per potere ospitare i vip invitati da Claudio Baglioni che intanto incassa lauti guadagni, finanziato da chi sta provocando questo enorme disastro. Sono questi i veri delinquenti, che oggi magari portano in spalla la statua della Madonna di Porto Salvo. Si dice che vogliano buttare giù La porta d'Europa, il monumento di Mimmo Paladino, per me sono più vicini a quegli estremisti islamici che distruggono le opere d'arte in nome di un fanatismo religioso. Quello che mi preoccupa è che nella violenza si possa vedere il modo di risolvere questioni che la politica non ha saputo o voluto affrontare e risolvere, i tunisini si trovano costretti a protestare violentemente perché inascoltati e rinchiusi in condizioni disumane, i lampedusani immaturi cadono nel tranello del governo e aizzati dalle dichiarazioni del sindaco trovano nella violenza non solo una valvola di sfogo ma un metodo per affermare una rabbia da troppo repressa, non per affermare idee, attenzione, ma per affermare una supremazia, un controllo del territorio.
Oggi abbiamo perso tutti e abbiamo perso molto. Lampedusa, il posto che più amo in assoluto, ora mi sembra una casa da abbandonare, un luogo senza più speranza. Il solo fatto di avere un amministrazione con questo sindaco e con una vicesindaco leghista dice tanto, spero che i molti lampedusani che in passato hanno saputo dimostrare solidarietà non vengano travolti da tutta questa cattiveria.
Giacomo Sferlazzo, un lampedusano

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