INTERNAZIONALE

Banche tedesche, debito greco e crescita zero

DIARIO DELLA CRISI
PICCIONI FRANCESCO,

Le borse festeggiano l'innocuo passaggio di Irene e ancor di più la promessa di Bernanke - presidente della Fed - di «fare tutto il necessario» per sostenere i mercati e l'economia Usa. Mentre l'Fmi riduce a quasi nulla le previsioni crescita dei paesi avanzati nel prossimi due anni. Vedremo se la promessa di Obama - ripetuta ieri - «la prossima settimana annuncerò una serie di misure che il Congresso può approvare immediatamente per mettere più soldi nelle tasche delle famiglie, per ricostruire le strade, le ferrovie e gli aeroporti del paese e misure per far crescere l'economia» otterrà il via libera del Congresso in mano ai repubblicani.
Ma intanto si scopre che risparmiatori e investitori hanno ritirato dalle banche greche oltre 21 miliardi di euro in 8 mesi (il 10% del totale), costringendole a chiedere prestiti alla Bce, visto che sui mercati non possono più ottenerli. E, per cercare di resistere, si fondono. Accadrà nei prossimi giorni a Efg Ergasias e Alpha Bank, due delle più grandi, che daranno vita al più grande istituto del paese (con valanghe di «esuberi», of course).
Le banche tedesche non stanno meglio. Miliardi di euro in titoli greci sono ancora nelle loro casseforti, nonostante gli aiuti ricevuti dalla Merkel. E non vorrebbero nemmeno aderire al piano di «swap» per ristruturare il debito di Atene. Ma se il 90% dei «privati» non aderirà al piano, salterà tutta l'operazione di salvataggio. Ultima complicazione: gli istituti più esposti verso la Grecia sono Fms Wertmanagement e Erste Abwicklungsalstalt: due agenzie garantite dal settore pubblico. Non c'era stato nessun sussulto liberista, in questo caso...

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