CONTROPIANO

Mediaset colonizza la televisione spagnola

MEDIA
SBARIGIA GIULIA,

Magie dell'Antitrust, potere della crisi: Mediaset, attraverso la sua controllata Telecinco, diventa il primo operatore televisivo in Spagna grazie all'acquisto del canale in chiaro Cuatro e all'acquisizione del 22% della pay-tv satellitare Digital+. Dietro all'operazione, condotta da Paolo Vasile, amministratore delegato delle fortune Berlusconi a Madrid, c'è il forte indebitamento del gruppo Prisa. La famiglia Polanco, che oltre a possedere televisioni, case editrici, radio (il circuito Ser), entertainement, è l'editore del quotidiano El País - filo Zapatero e decisamente anti Berlusconi - ha accumulato debiti per quasi 5 miliardi di euro. Per evitare il baratro ha da poco affidato il pacchetto azionario nelle mani del fondo speculativo americano Liberty, ma l'unica possibilità per salvarsi era mettere sul mercato i gioielli di famiglia. Per il momento si tratta solo delle televisioni.
Dopo un anno di indiscrezioni, ieri sono stati resi noti i termini dell'accordo. In cambio di 976 milioni di euro Prisa ha ceduto il 44% di Digital+ a Telecinco e Telefonica, cui andrà una quota del 22% a testa e due consiglieri per società seduti nel consiglio d'amministrazione. Nell'intesa rientra anche l'emittente generalista Cuatro, integrata al 100% in Telecinco in cambio della sottoscrizione e il versamento dell'aumento di capitale concordato il 24 dicembre scorso (circa 572 milioni). Un'operazione quest'ultima che permette a Prisa di diventare il secondo azionista di Telecinco con una quota pari al 17,3% e dunque di partecipare al cda del Biscione versione iberica con due consiglieri, uno dei quali sarà anche vicepresidente della compagnia.
Lo shopping della famiglia Berlusconi, costato complessivamente oltre un miliardo di euro (500 milioni in contanti, il resto in azioni) disegna un inedito panorama nella televisione spagnola con Telecinco leader senza rivali. Adesso controlla i canali gratuiti Cuatro, LaSiete, Factoria de Ficcion e Boing, si aggiudica il 44% del mercato pubblicitario (con ricavi vicini al miliardo di euro) e totalizza il 25,2% dello share nazionale (il limite legale è 27%). L'idea, anticipata ieri da Pier Silvio è «di cambiare il nome e farla diventare Mediaset.es», in questo modo la società «sarà riconoscibile in maniera maggiore e più ricollegabile al nostro gruppo anche attraverso il nome». E Sky, soddisfazione non da poco per il premier, messa alla porta in un altro paese europeo.
Il tribolato processo aperto da Baltasar Garzòn contro Silvio Berlusconi, Marcello Dell'Utri e qualche manager «Fininvest» per «reati commessi in Spagna dal 1989 al 1997», cioè violazione della legge antitrust, falso in bilancio, evasione fiscale e frode, sembra il ricordo di un'altra era. Durò più di dieci anni: iniziato nel 1997, sospeso per l'immunità di cui godeva Berlusconi (prima presidente del consiglio e poi parlamentare europeo), fu riaperto nel 2006 e finì l'anno dopo con l'assoluzione di otto imputati e indirettamente anche di Berlusconi.
A Cologno Monzese sono esaltati, è nato «un nuovo gruppo dei media destinato a diventare uno dei più grandi in Europa in termini di audience e ricavi pubblicitari», scrivono in una nota. Di più: «L'operazione chiusa oggi contribuisce all'affermazione dell'industria italiana in Europa, rappresenta la volontà di investire delle aziende italiane anche in un momento economico non brillante e rafforza il ruolo centrale della tv generalista anche per il futuro».
Il primo effetto immediatamente visibile è la soppressione di Cnn+ che cesserà le trasmissioni a Capodanno. L'affare da 976 milioni di euro prevedeva che Prisa potesse conservare un canale sul digitale terrestre «con il fine esclusivo di trasmettere informazioni», una opzione che sembrava salvaguardare la rete all news, ma che, dato l'alto livello di perdite, questa la motivazione ufficiale, il gruppo ha preferito non esercitare. Secondo la stampa spagnola al posto di Cnn sarà trasmesso il programma che segue 24 ore su 24 il Gran Hermano, la versione oltre i Pirenei del Grande Fratello. I dipendenti del network salutano, verranno assorbiti dall'agenzia di multimedia Atlas, gruppo Berlusconi. I commenti dei telespettatori pescati in rete urlano alla barbarie. Da maggioranza e opposizione, invece, non una parola. Imbarazzante, o imbarazzato, il silenzio del País, lo stesso giornale che pubblicò le fotografie scattate da Zappadu «En la villa del Papi» e titolò su Berlusconi «Meglio non frequentarlo». Ora se lo ritrovano vicino di casa.

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