Salgono a 38 gli indagati per la strage alla stazione di Viareggio del 29 giugno 2009. Sono sospettati a vario titolo di disastro ferroviario, omicidio colposo plurimo, lesioni e incendio colposo. Fra loro ci sono alcune new entry di assoluto rilievo: l'amministratore delegato di Ferrovie dello Stato, Mauro Moretti, l'ad di Rete ferroviaria italiana Mario Michele Elia, quello di Trenitalia, Vincenzo Soprano, e di Fs Logistica, Gilberto Galloni, oltre al direttore della Divisione cargo Mario Castaldo. Insomma tutti i vertici del gruppo, chiamati in causa dai magistrati toscani in vista di un incidente probatorio. Un accertamento tecnico non ripetibile, alla presenza di pubblici ministeri, avvocati difensori e consulenti di entrambe le parti, i cui risultati entreranno quindi direttamente nel fascicolo del futuro processo.
Sotto esame ci sarà l'asse del carrello ferroviario che si spezzò causando il deragliamento del treno merci, fatto per cui sono finiti sotto inchiesta l'ad della ditta di revisioni «Cima Riparazioni» di Mantova, che aveva montato l'asse; i vertici delle società Gatx Rail proprietaria del convoglio, e i tecnici e responsabili dell'officina Jugenthal di Hannover, controllata da Gatx, che aveva revisionato l'asse. Sotto esame anche la cisterna piena di gas propano liquido che si ruppe, provocando la fuoriuscita del gpl e la conseguente, immane, esplosione. Proprio sulla cisterna si gioca gran parte del destino processuale dei vertici del gruppo Fs. Perché i lunghi accertamenti tecnici e scientifici già effettuati hanno convinto i magistrati dalla procura di Lucca che a squarciare il fianco della cisterna per circa 40 centimetri fu uno dei picchetti - in altre parole spezzoni sporgenti di rotaia - che servono a tracciare le curve. Picchetti potenzialmente pericolosi, almeno a leggere una disposizione interna della direzione tecnica di Rete ferroviaria italiana, che infatti ne disponeva una pur graduale rimozione. Sulle linee dell'alta velocità ferroviaria sono stati da tempo eliminati. Su quelle lente, da dove passano i treni merci, ancora no.
Di avviso opposto Rete ferroviaria italiana - i picchetti sono fra la strumentazione di cui è direttamente responsabile - che nei mesi scorsi ha reso noti i risultati della commissione d'inchiesta interna avviata dopo il disastro.
Per i tecnici di Rfi, la rottura della cisterna sarebbe stata causata dall'impatto del vagone deragliato con «un pezzo della controrotaia di uno scambio», che nello schianto «fu piegata a zampa di lepre». A differenza dei picchetti, che nelle linee ad alta velocità sono stati sostituiti da sistemi ottici, la controrotaia non è un pezzo sostituibile, né è possibile sistemarla in modi alternativi che assicurino maggior sicurezza.
«E' giusto che la magistratura abbia fatto una rosa ampia di avvisi di garanzia per l'incidente probatorio - ha commentato Mauro Moretti - dove sarà dimostrato che il picchetto non ha rotto la cisterna. Noi siamo estremamente sereni, perché lavoriamo da sempre seguendo gli standard internazionali, come dimostrano gli studi delle Università di Napoli e Roma e del Politecnico di Milano».
L'incidente probatorio, richiesto al giudice delle indagini preliminari dal procuratore capo Aldo Cicala e dai suoi sostituti Giuseppe Amodeo e Salvatore Giannino, avrà naturalmente per oggetto anche il picchetto e il pezzo della controrotaia della scambio. Alla verifica tecnica parteciperanno, con i consulenti degli indagati e della procura, anche quelli delle parti lese. Sono oltre duecento.
Ecco i nomi dei trentotto indagati: Uwe Kriebel, Andreas Schroter, Joachim Lehamann, Daniele Gobbi Frattini, Paolo Pizzadini, Massimo Vighini, Andreas Carlsson, Mauro Moretti, Mario Michele Elia, Giorgio Di Marco, Giovanni Costa, Enzo Marzilli, Giulio Margarita, Angelo Pezzati, Calogero Di Venuta, Stefano Rossi, Giuseppe Farneti, Mario Testa, Andreas Barth, Uwe Koennecke, Rainer Kogelheide, Peter Linowski, Peter Schulz, Francesco Favo, Alvaro Fumi, Vincenzo Soprano, Salvatore Andronico, Emilio Maestrini, Johannes Mansbart, Roman Mayer, Mario Castaldo, Gilberto Galloni, Edoardo De Visentini, Gemot Schwayer, Joahann Feindert, Matthias Barth, Joahannes Friess e Giuseppe Pacchioni. Oltre a quelle del gruppo Fs, le società indagate per responsabilità amministrativa sono la Gatx Rail Austria, la Gatx Rail Germania e l'Officina Jugenthal.
L'assemblea dei ferrovieri «29 giugno» osserva: «Un primo risultato è stato ottenuto, fra gli indagati ci sono l'ad del gruppo ferrovie e gli ad delle società ferroviarie e non coinvolte nella strage. Questo mostra che la procura, ad oggi, non ha fatto sconti a nessuno, e che la mobilitazione dei familiari delle vittime, dei lavoratori, dei giovani e dei cittadini ha contato per questo risultato».