LOCALI

Contrastare le rendite per crescere

SGHERRI MONICA,

In Consiglio regionale è iniziato l'iter per l'approvazione del Piano regionale di sviluppo, il documento che individuerà le linee di azione strategiche della Regione per favorire la ripresa economica e garantire un modello sociale che limiti squilibri e crescita delle diseguaglianze. Si tratta di un compito complesso, che si svolge in un quadro economico ancora difficile, e in un quadro nazionale che appesantisce con tagli irresponsabili i già duri effetti della crisi in atto. Una struttura produttiva già in difficoltà, disagio sociale in aumento, minori risorse, scarse prospettive: questo il contesto, non certo facile per la programmazione, soprattutto se l'obiettivo è quello di conciliare rigore, sviluppo ed equità. La Regione si dota di una griglia di azioni chiara, che da un lato individua gli ambiti produttivi su cui intervenire, e dall'altro promuove delle "linee di azioni modernizzatrici" che li attraversino. Questo per realizzare un ritmo di crescita accettabile, e una qualificazione del tessuto socio economico, che possano far andare avanti tutto il "sistema Toscana", creando terreno fertile per una qualità delle produzioni e del lavoro che oggi appaiono ancora lontani. Questi propositi trovano la loro sintesi in un'espressione usata di sfuggita nel documento preliminare, e che avrebbe invece bisogno di essere approfondita, e cioè la ricerca di un "livello di benessere desiderato": un orizzonte in cui la presa di coscienza del basso tasso di crescita si accompagni ad una ridefinizione del modello sociale di riferimento, della sua misurazione e del suo conseguimento, allo scopo di ridurre disuguaglianze e ingiustizie, alimentate dalla crisi e talvolta perfino dalla ripresa. Dobbiamo infatti affidarci ad una ripresa tutta incentrata sulle esportazioni, cioè su un inasprimento della competitività che troppo spesso porta tagli all'occupazione e ai diritti. Né possiamo dimenticare che nessuno sviluppo potrà trovare spazio se non si limitano le gravi ricadute della crisi sui lavoratori, e se non si garantisce l'accesso ai servizi pubblici e sanitari. Quando si ipotizza una crescita lenta e incerta si deve trovare il coraggio di parlare di redistribuzione dei redditi, delle rendite e dei patrimoni, e di servizi pubblici efficienti, l'accesso ai quali tornerà a rappresentare lo strumento per garantire pari dignità e uguaglianza. E' un ambito di azione che chiede, a partire dalla Regione Toscana, di interrogare la politica nazionale e la sinistra sulle strade da percorrere. Questa sfida chiama a misurarsi anche la Federazione di Sinistra, che del mondo del lavoro fa il suo orizzonte di riferimento.

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