POLITICA & SOCIETÀ

Il «Progetto Comune», nuova Trieste d'Europa

PRIMARIE Metz, un candidato alternativo
D'ERME ELISABETTA,TRIESTE

«La bellezza è equilibrio, ricerca del senso condiviso, meraviglia dell'inatteso, cura quotidiana e collettiva del bene pubblico: è l'essenza della città e della sua utopia». Parole poco usuali per un programma politico, che danno però un'idea di cos'è Progetto Comune. A Trieste il centrosinistra va alle urne: domenica prossima si vota per scegliere il candidato sindaco. In lizza Roberto Corsolini (Partito democratico), Mario Andolina (Rifondazione) e Alessandro Metz, da sempre attivo come "politico di movimento". Progetto Comune si è messo in moto dall'atrio della stazione ferroviaria di Trieste.
«Abbiamo scelto un luogo anomalo, simbolo di emarginazione sociale, ritrovo di chi non ha una casa, dei pendolari lasciati a piedi da treni fantasma. Simbolo di un isolamento non solo nei trasporti, ma anche nella cultura e l'economia. Stazione che diventa ora luogo di una possibile partenza» spiega Metz che si candida come sindaco alternativo per rafforzare il centrosinistra triestino.

Cos'è Progetto Comune?
E' l'espressione di un bisogno di esserci per costruire una nuova forma di agire politico. Si sono messe in gioco persone con esperienze politiche, di vita, associative e culturali diverse fra loro. Gente che si riconosce in un programma per modificare radicalmente il vivere la città. Una situazione locale con caratteristiche proprie, ma con un'interesse e un profilo più ampio. Non è un caso se una personalità coem don Andrea Gallo da Genova verrà il 7 dicembre alla Casa delle Culture a Trieste insieme allo scrittore Pino Roveredo per sostenere il candidato di Progetto Comune. E il 6 dicembre al Knulp un amministratore come Gianfranco Bettin e il parlamentare sloveno Franco Juri verranno, da Venezia e Lubiana, per confrontarsi con noi sul ruolo di Trieste nel quadrante del Nord Est Europa.

Quali sono i punti chiave del vostro programma?
Tre parole "simbolo": mare-cultura-comune. Mare, che per Trieste è stato ponte per culture, popoli e religioni. Per due secoli hanno permesso alla nostra città di svilupparsi in maniera dinamica, cosmopolita e interculturale attorno al porto e ai commerci. Ma anche mare come ambiente. Cultura, declinata al plurale, ovvero saperi, recupero delle radici e apertura alle sperimentazioni che possono interagire con quanto ci sta inttorno. Comune, inteso come beni comuni, partecipazione. Municipio, che debba avere capacità di scelte e decisione sulle politiche sociali, sulle politiche partecipative, sull'innovazione delle forme di governo della città. Come processo, non modello. Un'idea di comune che va ricostruito e riconquistato quotidianamente.

Qual è la visione di Trieste?
A metà del Settecento, Maria Teresa d'Austria emanò tre editti che contemplavano libertà di culto, accoglienza e protezione degli stranieri e libertà di commercio legato all'attività portuale. Lo sviluppo della città fu interrotto dai conflitti mondiali, seguiti da 60 anni di nazionalismo identitario di destra. Oggi siamo a un bivio. Possiamo tornare a modificare il segno, il senso della storia. Trieste è una città che produce intelligenza, scambio, sperimentazione. Per ciò vogliamo che sia una città accogliente, che riconosca l'Altro come una ricchezza, un luogo in cui si possa ambire ad essere cittadini. Insomma, una città che sappia valorizzare i propri centri di alta professionalità legati alla scienza e agli studi. Una città di mare, di cultura, una città comune.

Di quali strumenti vi siete dotati per le primarie?
Dell'entusiasmo. Voglia di esserci, incidere, decidere, portare un contributo di varie esperienze, intelligenze, professionalità, saperi, che forse non ci sarebbero con questo entusiasmo se avessero come unico riferimento gli attuali partiti. Per favorire partecipazione usiamo tutti gli strumenti possibili dal web ai gruppi di lavoro. A breve si potrà accedere al portale www.progettocomunetrieste.eu, mentre è già attivo progettocomunetrieste@googlegroups.com. L'entusiasmo è contagioso, virale.

Che rapporti avete con Sel?
Fino a due anni fa ero iscritto ai Verdi. Oggi, come molti altri, penso che non si debbano ricostruire partitini. Mi interessa star dentro al meccanismo delle primarie, che punta a innovare. Così come sta lo sta portando avanti Nichi Vendola che - da una dimensione locale - ha avuto la capacità di innervare la politica con suggestioni e immaginario, nuove parole e linguaggi. E con l'entusiasmo che negli ultimi anni una sinistra diffusa e plurale aveva perso per strada.

Supporta il manifesto e l'informazione indipendente

Il manifesto, nato come rivista nel 1969, è sinonimo di testata libera, indipendente e tagliente.
Logo archivio storico del manifesto
L'archivio storico del manifesto è un progetto del manifesto pubblicato gratis su Internet e aperto a tutti.
Vai al manifesto.it