LETTERE E COMMENTI

VERSO GAZA, SULLA NAVE PER STEFANO

FREEDOM FLOTILLA II
MONTI GERMANO,

La prossima primavera, decine di navi, con a bordo centinaia di attivisti e tonnellate di aiuti umanitari, si dirigeranno da tre continenti verso la Striscia di Gaza, verso quel milione e mezzo di Palestinesi sottoposti da anni a «un assedio che non ha pari nella storia dei decenni successivi alla II Guerra mondiale», per usare le parole di Richard Falk, inviato Onu per i Territori palestinesi occupati. Questa nuova e più imponente spedizione vede la partecipazione di una nave italiana, insieme a vascelli svedesi, norvegesi, irlandesi, scozzesi, francesi, belgi, svizzeri, tedeschi, spagnoli, greci, turchi, statunitensi, canadesi, arabi, indonesiani, malesi e di altri paesi che si vanno aggiungendo alla Freedom flotilla II.
Le norme internazionalmente riconosciute in materia di blocchi navali nei confronti di paesi o entità ritenute ostili parlano chiaro, riconoscendo il diritto di uno Stato a esercitare un blocco navale, ma sono altrettanto esplicite nel sostenere che nessun blocco può essere attuato nei confronti dei convogli umanitari. Non stupisce, quindi, che l'Onu abbia condannato l'aggressione israeliana contro le imbarcazioni della prima Freedom flotilla, un atto di pirateria che ha visto l'assassinio di nove attivisti e il ferimento di decine di altri.
L'obiettivo che si prefigge la Freedom flotilla II - raggiungere Gaza via mare, attraverso le acque internazionali, per portare aiuti umanitari alla popolazione civile - è quindi perfettamente legittimo, e Israele non ha alcun motivo per ostacolarci. La nave italiana porterà il nome di Stefano Chiarini, il giornalista del Manifesto che ha dedicato la sua vita alla solidarietà con i palestinesi e tutti i popoli oppressi. Attorno al progetto della Freedom flotilla Italia si è raccolto uno schieramento improntato ai valori della solidarietà, della giustizia, della democrazia, dell'antifascismo e del rifiuto di ogni razzismo. Uno schieramento che vede associazioni e comitati insieme ad artisti, professionisti, giornalisti, cittadini.
Noi contiamo sull'appoggio del manifesto. Nei confronti di questo, come di tutti i giornali, è legittimo essere critici, ma nessuno può nascondersi che, senza il manifesto, non solo verrebbe a mancare un altro pezzo della nostra storia, ma si metterebbero a tacere le sole voci che, dalle sue pagine, continuano ogni giorno il lavoro di Stefano, scrivendo quelle verità scomode che tanti altri si preoccupano solo di nascondere: le verità della Palestina e dell'Afghanistan, dell'Iraq e di Cuba, degli operai di Pomigliano e degli studenti.
È naturale, quindi, che Vauro, Michelangelo e Michele siano con la Freedom flotilla, come lo è Vittorio, che ci aspetta a Gaza, condividendo la quotidianità dei contadini uccisi, dei pescatori mitragliati, degli uomini, delle donne e dei bambini fatti a pezzi «dall'esercito più morale del mondo». È insieme al manifesto che promuoviamo la Serata per la Palestina di sabato 27 novembre a Roma, alla Casa della Pace, in Via di Monte Testaccio n. 22, dalle 19.00 in poi.
Con Vauro e Michelangelo Cocco ci saranno Jamal Juma'a, direttamente dalle manifestazioni contro il Muro dell'Apartheid, la sorella di Stefano, Antonietta Chiarini, Vittorio Arrigoni in collegamento da Gaza, Lucio Manisco, Francesca Fornario e Simone Salis di «Un giorno da pecora», le associazioni palestinesi e i rappresentanti della Freedom Flotilla Italia. Enzo Apicella farà la caricatura a tutti quelli che la chiederanno e le venderà a sottoscrizione, come a sottoscrizione sarà la cena palestinese. Perché la Freedom Flotilla è completamente autofinanziata, un'iniziativa di popolo in solidarietà con il popolo palestinese, e abbiamo bisogno del contributo di tutti gli uomini e le donne che non vogliono chiudere gli occhi di fronte alla barbarie di Israele e dei suoi complici e che sentono come proprie le sofferenze del popolo palestinese. A tutti e tutte: benvenuti a bordo.
Coordinamento nazionale Freedom flotilla Italia www.freedomflotilla.it

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