Chi svolge un ruolo di garanzia può essere nominato da un politico? O dovrebbe essere sempre e in ogni caso eletto da un'assemblea? Sono queste le domande che si impongono dopo la vicenda della nomina del Difensore civico delle Marche che svolge anche le funzioni di garante dei minori e dei detenuti (l'Autorità di garanzia dei diritti di adulti e bambini - Ombudsman regionale).
Lo scorso 30 luglio, ultimo giorno prima delle ferie estive, il presidente del Consiglio regionale, Vittoriano Solazzi (Pd), ha nominato con un suo decreto (Dpcr n° 22 del 30 luglio 2010) uno dei tre candidati a ricoprire questo incarico: il professore Italo Tanoni, ex dirigente tecnico all'ufficio scolastico regionale, già assessore alla cultura al Comune di Loreto e candidato nella lista "democratici con Franceschini" in vista del congresso del Pd del 2009. Il presidente del Consiglio lo ha preferito sia al predecessore, l'avvocato Samuele Animali, che si era ricandidato, sia all'avvocato Anna Maria Repice.
Una scelta, quella di Solazzi, che ha creato malumori all'interno dello stesso Partito democratico dove, sul momento, alcuni consiglieri hanno criticato «il modo» che il Presidente aveva seguito e chiesto «chiarimenti». Soprattutto, però, la decisione di Solazzi ha avuto strascichi importati: da un lato la delusione delle associazioni del terzo settore, che avevano sostenuto la ricandidatura di Animali e chiesto al Consiglio di rieleggerlo; dall'altro i ricorsi di Animali al Tar e l'ordinanza del Tribunale amministrativo con cui si è sospeso il decreto di nomina del professore Tanoni.
L'ombudsman è un'autorità di garanzia che arriva dai paesi del nord Europa e nella regione Marche è stato istituito con la legge 23 del 2008. È una figura unica che riassume i tre compiti, prima separati, di difensore civico; garante per i diritti dell'infanzia e dell'adolescenza e garante dei diritti dei detenuti. Dal 2008, l'avvocato Samuele Animali ricopriva questo incarico ed è diventato riferimento in Italia per le istituzioni europee e internazionali, visto che non esiste ancora nel nostro paese un vero e proprio difensore civico nazionale, come invece accade in altri paesi.
Secondo la legge, l'Ombudsman viene eletto «all'inizio di ogni legislatura» tra le persone con «laurea attinente agli uffici da svolgere e dei requisiti idonei». Dopo le elezioni regionali dello scorso marzo, con cui il presidente uscente Gian Mario Spacca veniva riconfermato con una coalizione che, rispetto al quinquennio precedente, abbandonava Rifondazione comunista e i Comunisti italiani per abbracciare l'Udc, è iniziata una nuova legislatura.
Il problema per l'elezione dell'Ombudsman, però, è nato da un paio di articoli della legge 23. Uno sottolinea che l'autorità «rimane in carica fino alla nomina del successore», ma non oltre 6 mesi (art.3 comma 1bis). Il secondo (art.4 comma 6), invece, consente l'applicazione di una legge del 1996 (l.r. n°34) che dà al Presidente dell'Assemblea il potere «surrogatorio» di nomina se il Consiglio non delibera entro i tempi stabiliti. Anche se quest'ultimo articolo non è inserito nel capitolo della legge che riguarda l'elezione dell'autorità, bensì in quello che parla dei casi di ineleggibilità e incompatibilità.
La votazione era fissata per il 15 giugno, in quanto doveva avvenire entro il 18 giugno (in base all'art.10 della l.r. 34/1996, cui fa riferimento il decreto n°79 del 23/10/2009 che inserisce la nomina dell'Ombudsman tra quelle da farsi nel 2010). «Quel giorno - ricorda Animali - Solazzi comunica all'Assemblea che il Presidente Spacca aveva chiesto di rinviare le nomine perché, in funzione dei tagli della manovra Tremonti e in un'ottica di risparmio e razionalizzazione, si sarebbe dovuto riformare alcuni istituti». Il Consiglio, quindi, non procede con l'elezione e Solazzi, «non considerando i 6 mesi di proroga», ma la scadenza del 18 giugno, «ritiene che subentri il suo potere surrogatorio». E, dopo 45 giorni, fa il suo decreto. Per Animali, però, «c'era ancora tempo perché l'Assemblea eleggesse l'ombudsman nei sei mesi di proroga». Tutto in regola, invece, per Solazzi che ricorda pure «che il Consiglio poteva votare l'Ombudsman. Il 15 giugno c'erano molte nomine da fare: alcune sono state rinviate, ma altre sono state fatte. Perché i capigruppo non hanno inserito la nomina dell'Ombudsman tra quelle da non rinviare? In più, in quei 45 giorni, nessuno ha sollecitato con me la rielezione di Animali. E sui sei mesi, io non lo so, so solo che l'Ombudsman andava nominato».
Alcune persone vicine ad Animali avevano messo in dubbio fin da subito la correttezza del decreto di nomina in quanto «carente della motivazione e della comparazione tra curriculum dei tre candidati». E proprio questo punto è stato affrontato anche dal Tar di Ancona che con l'ordinanza 613 dell'8 ottobre 2010 ha accolto l'istanza cautelare presentata da Animali e ha sospeso il decreto con cui Solazzi aveva nominato il professore Tanoni. Questo perché, secondo il Tar, c'era una carenza di motivazione e perché nei casi in cui vi è la nomina monocratica e non la elezione «devono prevalere le esigenze di trasparenza dell'azione amministrativa affinché la scelta di un soggetto non avvenga sulla base di un mero arbitrio». Pochi giorni dopo l'ordinanza del Tar, il Presidente Solazzi ha emanato un altro decreto (n. 28 del 13 ottobre) con cui dava la motivazione della scelta di Tanoni e lo reintegrava al suo incarico. Anche se, per Animali, l'ordinanza poteva essere l'occasione per rimettere tutto in discussione e tornare a votare l'ombudsman in Assemblea. Nulla di fatto, quindi. Non solo. L'ordinanza del Tar sembra che abbia sospeso un decreto di nomina, ma non il nominato, se l'11 ottobre, quindi nei 5 giorni in cui la nomina era sospesa, Tanoni non ha comunicato la sua situazione al Coordinamento nazionale dei difensori civici e ha continuato ad essere candidato a un incarico nell'ambito del coordinamento nazionale.
Tanoni, presentato e sostenuto dall'assessore regionale al lavoro, respinge le critiche ai mittenti e sostiene che non ha «nulla da rimproverarmi sul piano curriculare». Ha due lauree, in Sociologia e Pedagogia, anche se non sono equipollenti al titolo in Giurisprudenza che secondo alcuni addetti ai lavori sarebbe indispensabile per i compiti dell'ombudsman. «La giurisprudenza ha evidenziato - ha detto Animali - che i difensori civici hanno competenze per le quali è necessaria una specifica preparazione giuridica». In più, la magistratura di sorveglianza della regione, nei primi mesi dell'anno, ha espressamente richiesto che a fare i colloqui con i detenuti sia solo il Garante, e non i suoi collaboratori, perché «l'autorità ha competenze giuridiche».
Secondo Solazzi, però, Tanoni «ha tutte le competenze» anche perché al suo attivo ha pure incarichi politici e amministrativi. Il Presidente ha più volte dichiarato ai media locali di averlo scelto anche «per alternanza» e che si tratta di una «nomina politica». C'è da aggiungere che per quanto molti consiglieri, sia di maggioranza che di opposizione, abbiano contestato la scelta e i modi con cui il presidente Solazzi ha operato e abbiano espresso apprezzamento per il lavoro svolto da Animali, per quanto alcuni abbiano dichiarato che la legge andrebbe perfezionata nella parte che riguarda l'elezione perché ambigua, nessuno di loro ha votato la mozione presentata il 21 settembre dal rappresentante di Sel per chiedere al presidente Solazzi di ritirare il suo decreto di nomina.
«Una nomina poco trasparente - sottolinea Animali - che non resta un caso isolato. Anzi, si tratta di una prassi purtroppo diffusa in Italia che delegittima le funzioni svolte dalla difesa civica. Perché i cittadini dovrebbero fidarsi?».
A dispetto, insomma, delle associazioni del terzo settore e di chi pensava che quelle delle autorità di garanzia non dovessero essere nomine politiche.