CULTURA & VISIONI

L'opera e la vita di Valentino Gerratana, «filosofo democratico»

INCONTRI
LIGUORI GUIDO,

Valentino Gerratana è tutt'oggi, a dieci anni dalla morte, uno degli intellettuali italiani del Novecento più famosi nel mondo. Aver legato il proprio nome alla grande impresa dell'edizione critica dei Quaderni del carcere di Gramsci gli ha assicurato una notorietà che è andata al di là di quella di molti altri studiosi marxisti e comunisti che, soprattutto dopo l'89, sono stati dimenticati - in molti casi ingiustamente. Si tratta di una fama certo meritata, perché l'edizione critica, promossa dall'Istituto Gramsci e realizzata da una equipe guidata da Gerratana, ha aperto una nuova stagione di studi che ha consacrato il pensatore sardo come un protagonista di primo piano della cultura internazionale del nostro tempo. Senza l'edizione critica, Gramsci sarebbe comunque rimasto come un grande pensatore (Gerratana stesso ha ripetutamente elogiato la prima edizione «tematica», curata da Felice Platone e da Togliatti, come la più adatta a far conoscere in prima battuta i Quaderni), ma non sarebbe stato facile cogliere il «laboratorio», la «fabbrica», ovvero la dimensione diacronica del pensiero carcerario gramsciano e la ricchezza di un'opera volta alla faticosa comprensione del nuovo in contemporanea col suo farsi. Né sarebbe diventato un «classico», un autore studiato ben al di là del suo tempo e del contesto in cui scrisse.
Ma Gerratana non è stato solo il principale artefice della mirabile edizione critica dei Quaderni. Egli merita anche di essere ricordato sia per la sua più generale attività di studioso, durata molti decenni, sia per la sua passione politica, che lo ha accompagnato ugualmente per tutta la vita. Una passione maturata fra la fine degli anni '30 e l'inizio degli anni '40, nell'amicizia con Giaime Pintor e nel confronto-superamento col pensiero di Calogero, e poi quando nel '42 prese contatto a Roma - dove era approdato dalla natia Sicilia per studiare giurisprudenza e filosofia del diritto - col Pci clandestino, partecipando quindi in prima fila alla Resistenza gappista nella Capitale come facente parte del Comando militare del partito, insieme a Salinari, Onofri, Trombadori, Alfio Marchini e altri. Valentino non parlava mai di quei fatti, seguendo anche in questo la strada di un atteggiamento antiretorico e antipersonalistico, riservato e per nulla facile all'autobiografismo. Eppure il suo ruolo sul campo non fu da poco, come ricaviamo dalle testimonianze di alcuni protagonisti del tempo e anche dal fatto che gli fu conferita una medaglia d'argento al valor militare.
Dopo la guerra Gerratana mise le sue capacità al servizio del «partito nuovo» che Togliatti veniva costruendo anche valorizzando magistralmente tanti giovani intellettuali che avevano sposato fino in fondo i destini delle classi subalterne e dei lavoratori: «rivoluzionario di professione» come meglio sapeva esserlo, dunque, lavorando alla stampa comunista e all'editoria di partito (ai primi anni '50 risale la stretta amicizia con Italo Calvino), ma divenendo pian piano uno degli studiosi più importanti nell'ambito del marxismo italiano. Si fece col tempo sempre più strada quella vocazione intellettuale che, ancora acerba, si era manifestata già in una giovanile polemica con Croce del 1941 (Gerratana aveva solo 23 anni), e che lo portò a traduzioni, curatele e studi sempre più rilevanti. I suoi interessi furono inizialmente l'estetica di De Sanctis e di Lukács, ma ben presto divenne centrale il pensiero politico di autori quali Labriola e Rousseau, Marx, Engels e Lenin. Anche come interprete di Gramsci, e non solo come curatore delle sue opere (in questo ambito va ricordato pure il volume sugli scritti gramsciani dell'Ordine Nuovo, curato insieme ad Antonio A. Santucci, il suo più stretto allievo e collaboratore, prematuramente scomparso alcuni anni orsono), Gerratana scrisse pagine fondamentali, raggiungendo risultati importanti - con l'analitica precisione che gli era propria - su aspetti controversi e dibattuti, o anche su questioni nuove e originali, fino a quel momento poco frequentate.
Una lezione di serietà, di metodo, non disgiunta dalla passione e dal «prendere parte», come nel caso dell'ultima battaglia politica, contro lo scioglimento occhettiano del Pci. Uno «specialista + politico», per dirla con le parole del suo Gramsci. O un «filosofo democratico», secondo la definizione che ne leggiamo nei Quaderni: il «filosofo convinto che la sua personalità non si limita al proprio individuo fisico, ma è un rapporto sociale attivo di modificazione dell'ambiente culturale». Valentino si è sempre pensato come parte di un insieme più vasto, in una concezione nella quale non vi erano barriere possibili tra cultura, politica e valori morali. Per ricordare la vita e l'opera di Valentino Gerratana nei suoi molteplici aspetti di impegno civile e operosità intellettuale, la International Gramsci Society Italia - di cui fu fondatore con Giorgio Baratta e Aldo Tortorella - ha organizzato per il 18-19 novembre un convegno a Roma (Facoltà di Scienze della Formazione, Università di Roma Tre, via Milazzo 11b).

Supporta il manifesto e l'informazione indipendente

Il manifesto, nato come rivista nel 1969, è sinonimo di testata libera, indipendente e tagliente.
Logo archivio storico del manifesto
L'archivio storico del manifesto è un progetto del manifesto pubblicato gratis su Internet e aperto a tutti.
Vai al manifesto.it