POLITICA & SOCIETÀ

Università a numero chiuso e tirocinio obbligatorio

LOTTA DI CLASSE SCUOLA
PACIFICI GIULIA,ROMA

«Dal sapere al saper insegnare» questo il motto ispiratore, secondo il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini, delle nuove norme per il reclutamento degli insegnanti presentate ieri.
Due le novità sostanziali: un percorso universitario di cinque anni con una laurea magistrale specifica ad accesso programmato e un tirocinio di un anno svolto direttamente nelle scuole. Il tirocinio «parte già da quest'anno - afferma il ministro - e avverrà direttamente in classe sotto la guida di un docente tutor». Tutti i vecchi laureati dovranno perciò superare le prove di ingresso all'anno di tirocinio per avere qualche speranza di insegnare.
La ricetta della Gelmini contro il precariato consiste nella programmazione del fabbisogno delle scuole e il numero chiuso nelle facoltà: «Il numero di nuovi docenti - spiega infatti il ministro - sarà deciso in base al fabbisogno e con la fine del precariato sarà consentito ai giovani l'inserimento immediato in ruolo». Defunto il sistema delle Siss (scuole per l'abilitazione) bloccate ormai da più di un anno, per insegnare nelle secondarie saranno attivate lauree magistrali ad hoc il cui accesso programmato «sarà stabilito in base alle necessità del sistema nazionale di istruzione».
Anche l'argomento precari viene toccato: «Una vera piaga sociale molto dolorosa», li definisce la Gelmini, ribadendo poi il concetto già espresso qualche giorno fa: «Il governo sta mettendo in campo iniziative sicuramente parziali, ma è il massimo che possiamo fare. Nella scuola i posti vacanti sono 20 mila, ma i precari nelle graduatorie sono 220 mila e se contiamo i precari nelle graduatorie degli istituti arriviamo a 5/600 mila, sicuramente un numero di difficile inserimento». Per circa 200 mila precari, assicura Gelmini, l'assunzione potrebbe arrivare nel giro di 6 o 7 anni. Quanto ai tagli, Gelmini ha ricordato che «nel 2009 ci sono stati tagli per 12 mila posti, nel 2010 per 2 mila posti: a questi 14 mila - ha assicurato la ministra - verrà trovato un posto di lavoro grazie agli accordi con le Regioni».
Molto critico Domenico Pantaleo, segretario della Flc Cgil, secondo il quale Gelmini «non presenta nessuna soluzione concreta» al problema del precariato, dato che «quest'anno, secondo le nostre previsioni, ci saranno 20 mila posti in meno». Ma le critiche non riguardano solo i numeri: «Nulla si dice sulle migliaia di docenti inseriti nelle graduatorie permanenti», continua Pantaleo, e sui percorsi tra scuola primaria e secondaria, che sono troppo differenziati «per l'esercizio di una professione che ha invece molteplici elementi comuni» per cui sarebbe stato auspicabile «una formazione di base comune a tutti i docenti».
E poi c'è la questione degli scatti di anzianità, che Gelmini vuole far passare come «una cosa di cui non andare orgogliosi» sventolando la bandiera del merito: «Non è da paese civile - dice - l'avanzamento in base al tempo e non al merito». La soluzione sarebbe il congelamento degli stipendi già attuato per i ricercatori universitari. Sul punto l'Flc non è disposta a trattative: «Non si può affermare - ha dichiarato Pantaleo - che bisogna valorizzare la professionalità degli insegnanti e poi bloccare per tre anni i contratti». Secondo lòa senatrice del Pd Mariangela Bastico, «le nuove modalità di formazione costituiscono un ulteriore aggravamento del precariato: la strada maestra è e rimane quella della stabilizzazione dei 150 mila precari in tre anni come previsto dalla Finanziaria 2007».
I precari hanno deciso di passare con la Gelmini il primo giorno di scuola e hanno organizzato per lunedì un presidio al Miur. E, per non far torto a nessuno, il primo ottobre saranno sotto il ministero delle Finanze.

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