CONTROPIANO

Oggi presidio a Montecitorio contro i tagli

GLI INSEGNANTI
PACIFICI GIULIA,ROMA

I deputati che oggi torneranno alla Camera per la riapertura delle attività parlamentari troveranno una folla in fervore assembleare. Non è un caso infatti che proprio oggi, e proprio in piazza Montecitorio, i precari della scuola si siano dati appuntamento per una assemblea nazionale «per continuare a parlare della riforma Gelmini e per organizzare una manifestazione nazionale verso la fine del mese». Arrivano delegati dei coordinamenti dei precari di tutta Italia, présidi e associazioni dei genitori. Hanno confermato la loro presenza la Flc Cgil e i sindacati di base RdB/Usb. Anche i partiti dell'opposizione, Italia dei Valori, Sinistra ecologia e libertà e Partito democratico si uniscono alla piazza. «Siamo consapevoli - afferma il capogruppo del Pd in commissione Istruzione del Senato, Antonio Rusconi - che nessuna riforma seria della scuola possa ripartire se non da una rimotivazione, anche economica, del ruolo docente. La verità è che il governo italiano, in questi due anni, è andato in direzione completamente opposta».
La mobilitazione, che va avanti da metà agosto, non dà segni di stanchezza.
Anzi, la scuola raccoglie solidarietà anche da altre categorie di precari e lavoratori in lotta come testimonia la partecipazione delle tute blu della Fiat di Termini Imerese, della Keller di Carini, della Fincantieri e delegati dei comparti forestali ed edili all'assemblea tenutasi ieri davanti al provveditorato degli studi di Palermo. Il segretario della Camera del Lavoro di Palermo, Maurizio Calà, parla di «vertenza complessiva» per costruire «un fronte comune tra operai e precari della scuola perché la crisi occupazionale in Sicilia è più grave che in altre parti d'Italia». Nel capoluogo siciliano sono ancora in corso le convocazioni per il personale Ata e per gli insegnanti di sostegno. «Nelle materne e nelle elementari invece non c'è stato nessun incarico - dice Caterina Altamore, insegnante precaria che ha interrotto da pochi giorni lo sciopero della fame - Con il maestro unico sono saltate molte cattedre dei docenti di ruolo che sono stati spostati nelle cattedre vacanti. Il risultato - spiega - è che per gli insegnanti precari non è rimasto nemmeno un posto».
E con una battuta dice che lei l'incarico l'ha avuto, ma a Brescia, e quindi sarà «di nuovo deportata al nord».
Stessa situazione di Palermo la descrivono i precari di Napoli. Anche loro si sono organizzati con le tende e un banchetto davanti agli uffici della Direzione scolastica regionale al Ponte della Maddalena. A Napoli, come in Sicilia, i posti alle elementari non ci sono: «409 docenti di ruolo si ritrovano quest'anno senza classe - afferma Maria Teresa Impronta del locale Comitato dei precari - Vengono tagliati anche gli insegnanti di inglese alle elementari» perché il maestro unico «insegnerà anche l'inglese grazie a un corso di formazione di 50 ore».
Anche gli insegnanti di sostegno non se la passano bene: a Napoli il governo ha cancellato 1788 posti. Posti che sembravano sicuri fino a pochi giorni fa e su cui si erano stabiliti gli accordi sindacali. Il 4 settembre il governo revoca più della metà degli incarichi, ne rimangono 580. «Non c'era alcuna autorizzazione scritta da Roma, per quelle cattedre, ma solo accordi verbali, anzi, telefonici - ha spiegato Pietro Esposito, direttore scolastico regionale - Ero certo che quelle cattedre, in deroga, sarebbero state concesse». Ma, a quanto pare, nella scuola italiana non c'è cosa meno certa del posto di lavoro.

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