POLITICA & SOCIETÀ

«Stop allo sciopero È tempo per una protesta di massa»

I PRECARI
PACIFICI GIULIA,ROMA

«Interrompiamo lo sciopero della fame per recuperare le forze, continuare a parlare di scuola e rilanciare. I tempi sono maturi per una grande protesta di massa a fine mese: è una battaglia di civiltà». Sono le parole dei tre precari della scuola di Palermo, Giacomo Russo, Pietro di Grusa e Caterina Altamore, che ieri hanno convocato una conferenza stampa presso il presidio allestito a piazza Montecitorio.
Nonostante i segni della stanchezza sui loro volti, a causa del digiuno che si protrae ormai da due settimane, i precari non indietreggiano sulle loro rivendicazioni e si rivolgono direttamente alla ministra, che due giorni fa li ha definiti «militanti politici»: «Siamo brave persone - dice Altamore - e portiamo avanti una lotta democratica per il diritto all'istruzione pubblica». «Sono preoccupato - incalza Russo - perché, ascoltando le dichiarazioni del ministro, mi sono reso conto che c'è davvero un'emergenza democratica. Che colpa c'è nell'avere idee politiche? Lei è arrivata per concorso al ministero?».
Le convocazioni del personale scolastico sono iniziate da alcuni giorni in varie regioni d'Italia, i precari assediano i provveditorati per informare, tramite assembleee e volantinaggi, e monitorare il corretto svolgimento delle procedure. Ieri a Palermo, in agitazione da metà agosto, è stata indetta una assemblea al provveditorato mentre erano in corso le convocazioni del personale Ata. «Il nostro fine - dichiara Luigi del coordinamento precari in lotta - è quello di informare tutti i presenti, circa 400 persone, sulle conseguenze disastrose della riforma Gelmini». Delle 400 persone presenti, solo 120 hanno ottenuto un impiego. A Milano i precari in sciopero della fame sono riuniti oggi in assemblea per decidere come «proseguire la lotta e quali iniziative intraprendere in vista dell'inizio dell'anno scolastico».
Nonostante le proteste il ministro dell'Istruzione continua a ribadire il suo impegno «per iniziare l'anno scolastico nel migliore dei modi» e si felicita per la chiusura di alcuni accordi regionali. «Ho sentito - ha spiegato - l'assessore all'istruzione della Campania dove abbiamo chiuso un importante accordo che ci consentirà di garantire un posto di lavoro a molti precari. Lo stesso accordo - prosegue - è stato chiuso in Puglia e siamo in fase di definizione nel Lazio, in Basilicata e in Veneto».
Nichi Vendola, presidente della regione Puglia, non vede la situazione così rosea e parla di «un esodo forzato di massa» e di un «colpo basso al diritto delle donne ad essere sul mercato del lavoro». Il progetto concordato con il Miur «attenua la sofferenza per circa 2mila precari». Il finanziamento quest'anno è stato di 20 milioni di euro «una cifra inferiore rispetto all'anno scorso perché Tremonti ci ha tagliato tutto». Vendola cerca il dialogo: «Invito il ministro Gelmini a dialogare , deponiamo le armi della contesa politica e proviamo a soffermarci sul merito delle questioni».
Il Partito democratico invita al dibattito parlamentare: «Non voglio una sanatoria per i precari, ma il ministro Gelmini deve chiamarli tutti intorno a un tavolo di crisi», dice il segretario del partito democratico Pierluigi Bersani, «tra loro c'è gente che dopo 10 anni di lavoro si trova disoccupata, con un mutuo sulle spalle da pagare».

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