POLITICA & SOCIETÀ

Ma sindaci e Ars dicono no alle piattaforme

AMBIENTE
PACIFICI GIULIA,ROMA

L'idea di avere piattaforme offshore che trivellano il Mediterraneo a poche miglia dalla costa non piace ai sindaci siciliani. Al punto che ieri una delegazione di primi cittadini e di parlamentari dell'isola ha incontrato il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo per spiegarle i dubbi su una simile possibilità. Specie dopo che la Bp ha annunciato nei giorni scorsi l'accordo con la Libia per effettuare delle trivellazioni al largo del Golfo della Sirte. E ieri l'Unione europea, a cui Prestigiacomo si era rivolta perché decidesse una moratoria delle trivellazioni, ha rispedito la proposta al mittente. «La decisione spetta a ciascun paese membro» è stata la risposta del Commissario europeo all'energia, Gunther Oettinger.
L'appello però non è stato proprio un buco nell'acqua: all'idea della moratoria hanno aderito Germania e Norvegia, inoltre il 6 settembre si terrà in Belgio un incontro tra i ministri dell'Ambiente dei 27 stati membri per delineare una strategia comune.
Se l'Europa prende tempo, la Sicilia sembra più determinata nel dire no alle trivelle. L'Ars - Agenzia regionale siciliana - ha infatti approvato all'unanimità una mozione contro nuove ricerche petrolifere nel proprio mare. L'iniziativa, accolta con parere favorevole dal governo, è del deputato del Pdl Vincenzo Marinello. «E' necessario verificare la regolarità delle autorizzazioni - ha dichiarato il deputato - appurando se sia ammissibile vanificare in un solo colpo l'ingente serie di investimenti che Ue, Stato, Regione e privati hanno riversato sulle attività turistiche della zona e accertando le possibili conseguenze in un'area ad altissima sismicità in cui sono presenti vulcani attivi».
Nell'incontro di ieri con i sindaci, il ministro dell'Ambiente ha esposto le novità del decreto legislativo che cambiano i parametri per le trivellazioni: la distanza minima dalla costa è di 5 miglia, 12 nel caso si tratti di un'area protetta. Al di fuori di queste aree in cui vige il divieto, le attività di ricerca ed estrazione di idrocarburi saranno tutte sottoposte alla Valutazione di impatto ambientale (Via). I nuovi parametri non convincono molti, critiche arrivano soprattutto da opposizione, ambientalisti e comitati «No triv» secondo cui le distanze individuate non garantiscono la salvaguardia delle coste.

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