POLITICA & SOCIETÀ

Anna Maria Bernini da ex-finiana a viceministro

PROMOZIONI
SBARIGIA GIULIA,

Non è un ex colonnello perché il Parlamento lo frequenta solo dal 2008, ma il cuore di Anna Maria Bernini, candidata a viceministro allo sviluppo economico, batteva per Gianfranco Fini. Almeno finché le cose non si sono complicate. Figlia d'arte, suo padre Giorgio fu ministro del commercio con l'estero nel primo governo Berlusconi, vanta una carriera politica di piccoli colpi di scena. Esempio eclatante fu la sua candidatura in seconda battuta alle regionali in Emilia Romagna. Contro Vasco Errani scaldava i motori l'ex direttore del Resto del carlino Giancarlo Mazzuca, di colpo arriva lei: bolognese, avvocato, telegenica, perfetta da inserire nel «trittico rosa» del Pdl per «espugnare» le roccaforti rosse con Monica Faenzi in Toscana e Fiammetta Modena per l'Umbria, tutte nate nel 1965, tutte e tre avvocato. Le cronache raccontano di una telefonata nella notte tra 28 e 29 gennaio, era Berlusconi in persona a darle lo sprint per la corsa a governatore. Si sentiva ancora la eco della polemica sulle candidate veline, con Fini supervisore. Ma Anna Maria Bernini, un curriculum d'avvocato assurto alle cronache (legale di Pavarotti e della vedova Nicoletta Mantovani) e un posto nell'organigramma della Fondazione del presidente della Camera Fare futuro (tra i sindaci supplenti) aveva il profilo giusto. Andò così che Mazzuca fece un passo indietro e Bernini cominciò la campagna elettorale: salì sul palco romano di S. Giovanni, abbracciò il premier, promosse la pasta sfoglia emiliana e perse le elezioni.
Poco importa. In regione non è rimasta, volata a Roma (è portavoce nazionale vicario Pdl) ora punta alla poltrona di viceministro o semmai di sottosegretario. Ieri comunque già saliva a palazzo Grazioli. Flavia Perina, direttrice del Secolo d'Italia, nel suo blog scrive: «Si è aperto il grande show del berlusconismo senza "contrappesi finiani", e sarà interessante vedere l'action movie di questa nuova fase (...). Per ora, segnalo...» e appunto segnala: «L'incremento della delegazione femminile al governo con la nomina di 4 nuove sottosegretarie. In pole position Paola Pelino, Nunzia De Girolamo, Daniela Melchiorre, Annamaria Bernini». Le prime due fedelissime al premier, Melchiorre liberaldemocratica buona per la campagna acquisti e Bernini che sembra un dispetto a Fini.
Enzo Raisi, coordinatore provinciale emiliano e «finiano» doc in un'intervista alla Stampa sostiene: «Sono stato io a portarla nella fondazione Farefuturo, era una finiana di ferro fino a pochi giorni fa. Ha scelto di stare con Berlusconi e domani verrà nominata vice ministro di Romani». Sì, Bernini vanta un passato prossimo da «Gianfry girls», così dicevano sotto le due torri: all'alba della sua carriera politica per Fini aveva organizzato una cena di gala con tutta la Bologna che conta, 500 euro a invitato. Poi la situazione è precipita perché «lei è di centrodestra centrodestra» la sostengono i suoi. Per dire una che ha fatto una battaglia per inserire nella Costituzione le radici giudaico cristiane. E così Bernini si è trovata a firmare il documento di fedeltà al Pdl con Alemanno e ora a un soffio da un buon (vice)ministero.

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