INTERNAZIONALE

Sarkozy: «Via la cittadinanza agli stranieri che delinquono»

FRANCIA
PACIFICI GIULIA,ROMA

Nella sua guerra personale dichiarata al crimine, Nicholas Sarkozy ha superato se stesso. Presentando a Grenoble il nuovo prefetto dopo gli scontri di metà luglio, il presidente francese ha infatti annunciato l'intenzione di voler privare della cittadinanza i criminali di origine straniera. «Dovremmo avere il coraggio di togliere la nazionalità francese a quelle persone nate all'estero che abbiano intenzionalmente cercato di uccidere un agente di polizia, un gendarme o qualunque altro rappresentante dell'autorità pubblica» ha detto il presidente che una volta si definì «primo poliziotto di Francia». Dichiarazioni fatte non certo a caso. Sarkozy parla infatti a Grenoble, scenario di scontri tra ragazzi delle banlieue e forze dell'ordine. Auto bruciate, sparatorie e barricate si sono susseguiti per tre giorni dopo l'uccisione da parte della polizia di un giovane sospettato di rapina. Violenze che adesso Sarkozy intende sfruttare per un ulteriore giro di vite nei confronti degli stranieri. La ricetta è sempre la stessa, a partire dalla promessa di un maggior numero di agenti a Grenoble (ne è stato annunciato l'arrivo di altri 38) entro il primo settembre che potranno contare su un nuovo e migliore equipaggiamento per far fronte, ha annunciato Sarkozy, al «banditisme».
Pugno duro anche sulla questione dei clandestini: «Mi auguro che si valutino i diritti e le prestazioni cui hanno accesso gli stranieri clandestini. Una situazione irregolare non può conferire più diritti di una situazione regolare e legale» dice il presidente. E così se per i rifugiati politici è previsto l'asilo, tutti gli altri «devono essere rimandati alle frontiere». Non ci sono sconti per nessuno, neanche per i minori. In Francia la ius solis prevede che i figli nati in territorio francese da genitori stranieri acquistino, per diritto, la cittadinanza una volta raggiunta la maggiore età. Potrebbe però non essere più così se il minore in questione dovesse commettere un reato. «La nazionalità francese va meritata, non può essere acquisita automaticamente». Sarkozy minaccia anche inasprimenti della pena a coloro che si macchiano di violenze nei confronti di tutti i funzionari della pubblica amministrazione. Promette che sarà discussa dopo il suo rientro in parlamento una norma che prevede 30 anni di carcere senza possibilità di riduzione della pena per gli assassini di un poliziotto o di un gendarme.
L'ulteriore giro di vite non arriva certo come un fulmine a ciel sereno. Già mercoledì scorso il presidente si era scagliato contro la comunità rom, che oltralpe conta 400.000 persone il 95% delle quali cittadini francesi. Espellere gli irregolari e chiudere entro tre mesi i 300 accampamenti illegali - circa la metà di quelli esistenti - è la proposta (che ha fatto insorgere l'opposizione e inorridire l'attrice e regista Fanny Ardant) per contrastare un fenomeno che il ministro dell'interno, Brice Hortefeux, collega direttamente a «un aumento della delinquenza». Sarkozy si è anche rifiutato di incontrare i rappresentanti dell'Unione francese delle associazioni tzigane, che definiscono quelle del governo come «una dichiarazione di guerra» nei loro confronti. In questo caso ad accendere la miccia è stata l'uccisione di un poliziotto da parte di due giovani rom a Saint Aignan, nella Loira. I disordini si erano succeduti nei giorni seguenti: l'incendio di un commissariato, vetrine rotte ed auto bruciate.
La Francia in quest'ultimo anno ha visto un'escalation della politica sicuritaria, dopotutto sicurezza e lotta alla criminalità erano state le parole d'ordine della campagna presidenziale di Sarkozy nel 2007. E la stessa idea di rendere più flessibili le regole per revocare la nazionalità non è una novità. A parlarne, a maggio, era stato infatti il ministro dell'immigrazione, Eric Bresson che non l'aveva esclusa «in caso di oltraggi ai valori fondamentali della nostra Repubblica». Che non dovrebbero essere, però, «sécurité, legalité, nationalité».

Supporta il manifesto e l'informazione indipendente

Il manifesto, nato come rivista nel 1969, è sinonimo di testata libera, indipendente e tagliente.
Logo archivio storico del manifesto
L'archivio storico del manifesto è un progetto del manifesto pubblicato gratis su Internet e aperto a tutti.
Vai al manifesto.it