POLITICA & SOCIETÀ

A Montecitorio contro il bavaglio, che si allontana

SLITTA IL DDL ALFANO
PACIFICI GIULIA,ROMA

«Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero... La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure». E’ l’articolo 21 della costituzione e ieri la Federazione nazionale della stampa, insieme ad altre associazioni, movimenti e sindacati hanno voluto ricordarlo scrivendolo su uno striscione srotolato sotto il parlamento. L’occasione del presidio è l’attesa calendarizzazione del dibattito alla camera sul ddl Alfano, già passato in senato. Ma proprio nelle ore in cui Berlusconi sta ufficalizzando il divorzio dai finiani, l’esame a Montecitorio, nonostante la priorità reclamata dal premier rispetto ai decreti, sembra destinato a slittare a settembre. La conferma arriva dalla conferenza dei capigruppo che si riunisce in serata.
Le voci sul rinvio rimbalzano nel tardo pomeriggio, quando già molte persone si sono raccolte a piazza Montecitorio per manifestare il loro dissenso nei confronti di una legge che «nonostante gli emendamenti resta comunque una legge bavaglio», come dichiara in piazza Beppe Giulietti, portavoce dell’associazione Articolo 21. Nonostante il rinvio non si abbassa la guardia, «nel mese di agosto potrebbero esserci atti eversivi della classe dirigente», incalza il deputato che raccomanda «di mantener desta l’attenzione». Il Popolo viola, solidale con i giornalisti presenti, è in piazza dalla sera prima per una veglia notturna di protesta. «Partigiani del terzo millennio», «La mafia ringrazia i colleghi in parlamento» si legge sui cartelloni. Questa unione tra opinione pubblica e chi lavora nell’informazione «è una buona notizia - osserva Roberto Natale, presidente della Fnsi - La società si è messa in moto, abbiamo saputo interpretare il pensiero dei cittadini e di tutti coloro che ritengono il diritto all’informazione un diritto vitale». «E’ un testo pericoloso - continua Natale stringendo il microfono - che rende i cittadini meno sicuri e meno informati». Non si accettano modifiche, non esistono miglioramenti possibili, la legge deve saltare o «andremo a Strasburgo» dichiara Franco Siddi, segretario dell’Fnsi.
A ricordare che il ddl minaccia non solo la libertà di informazione ma anche la possibilità dei giudici di combattere la criminalità organizzata è il sindacato di polizia Siulp: «I giornali non avrebbero contenuti da riportare se alla magistratura venissero legate le mani - interviene Gaetano Gargiullo - la questione della privacy è un pretesto per addomesticare chi deve vigilare sul rispetto della legalità». E i riferimenti agli scandali che hanno coinvolto in questi mesi esponenti del Pdl si sprecano. Non solo i professionisti del settore hanno da reclamare, anche i blogger infatti hanno aderito alla protesta chiedendo la modifica del comma 29 , la norma che impone l'obbligo di rettifica, entro 48 ore, anche per i titolari di un blog. Contro il bavaglio nessuno risparmia le parole.

Supporta il manifesto e l'informazione indipendente

Il manifesto, nato come rivista nel 1969, è sinonimo di testata libera, indipendente e tagliente.
Logo archivio storico del manifesto
L'archivio storico del manifesto è un progetto del manifesto pubblicato gratis su Internet e aperto a tutti.
Vai al manifesto.it