Festeggia trent'anni il festival Drodesera con una nuova edizione della Centrale di Fies, intitolata appunto Avere trent'anni, che inaugura oggi con eventi fino al 1 agosto. Un trentennale importante, come hanno spiegato i creatori del festival Barbara Boninsegna e Dino Sommadossi, perché dà continuità ad un progetto nato nei cortili di Dro per animare la vita di paese e cresciuto nei saloni di una dismessa centrale idroelettrica per raccogliere nuove esplorazioni artistiche e creare un centro permanente di produzione e ricerca che possa dare futuro alle giovani generazioni di artisti.
Non solo momento celebrativo ma occasione per riflettere sul passato: Drodesera lo fa proponendo nel catalogo le parole trascorse ma di sconcertante attualità del Pasolini di Alla mia nazione o nell'allegato con una cronologia di eventi che è memoria di stragi ancora impunite. Del futuro incerto, felicità a momenti parlano in chiusura le molte foto di giovani artisti, sguardo in avanti e spalle al muro bianco. In cartellone trentatré spettacoli con 75 repliche, dieci giorni con 17 compagnie e produzioni in gran parte italiane ma soprattutto nate e cresciute negli spazi della Centrale. Il debutto odierno prevede la danza di Virgilio Sieni che in Wunderkammern (repliche il 24 e 25) torna alle origini di Drodesera con un percorso poetico che si snoda all'interno delle mura domestiche di alcune famiglie del paese. Con la sua compagnia lo vedremo in Tristi tropici (26), liberamente tratto dal testo di Levi-Strauss. Altra presenza legata alla ricerca di quegli anni ed ospite abituale del festival, la Societas Raffaello Sanzio con il nuovo lavoro di Romeo Castellucci preparato in residenza negli spazi della Centrale, Sul concetto di volto nel Figlio di Dio (23, 24).
Un'altra generazione, quella degli anni '90, rivive al festival nel percorso artistico di Fanny &Alexander che presenta North, opera (28), Emerald city (29, 30) e West (29, 30). Siamo ancora in quegli anni con il Teatrino Clandestino e il suo No-Signal (24, 25) e con l'Accademia degli Artefatti (26, 27, 28) che racconta la guerra tra Occidente e Medioriente. Si approda poi alla Fies Factory degli anni 2000, con l'esperienza di giovani gruppi prodotti dal festival: il Teatro Sotterraneo (24), i Pathosformel (29, 30, 31), Dewey Dell (31), Francesca Grilli (con Effluvia (26, 27, 28), Santasangre (29, 30), Anagoor (23, 24, 25), Codice Ivan (30,31), Babilonia Teatri nella loro Summer collection (1.08) e Garten (24, 25). Cresciute insieme al festival, con Ancora un respiro (29), debutta il gruppo Androgynous, due diciannovenni artiste di Dro. Progetto speciale e straniero, la performance Glima (27) vede riuniti i video artisti Masbedo con la fisicità forte della danza di Todorovic ed Erna Omarsdottir e la musica dal vivo di Lagash e Gianni Maroccolo. Dal Belgio, per la prima volta in Italia, i Peeping Tom con il loro 32 rue Vandenbranden (30, 31).