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Il fascino indiscreto del cinema restaurato

NARNI ·
PERETTI LUCA,

Le vie del cinema sono infinite, verrebbe da dire. A Narni, provincia di Terni, un'oretta abbondante di macchina da Roma, hanno chiamato proprio così un festival dedicato al cinema restaurato, che giunge alla sedicesima edizione (dal 4 al 13 luglio). Il nome non è casuale: a Narni scalo le vie sono infatti dedicate ad attori, registi e uomini di cinema. Anche quest'anno, due nuovi nomi andranno a popolare il parterre cinematografico narnense: Via Ugo Tognazzi e Piazza Vittorio Gassman verranno inaugurate rispettivamente stasera e l'8 luglio alle 21, con le proiezioni dei film Una storia moderna: l'ape regina di Marco Ferreri e Il Mattatore di Dino Risi, alla presenza di figli dei registi. Il festival propone come di consueto pellicole restaurate, proiettate nella bellissima cornice del Parco dei Pini di Narni Scalo, su uno schermo tra i più grandi d'Europa per quanto riguarda l'outdoor. La rassegna è quest'anno dedicata ai grandi padri della commedia all'italiana, i cosiddetti colonnelli (Sordi, Manfredi, Gassman, Tognazzi, Mastroianni e in più Monica Vitti), privilegiando però alcune delle opere meno comiche e più drammatiche. E così spazio a Brutti, sporchi e cattivi , con Ettore Scola e la famiglia Manfredi a presentare (lunedì 5 luglio, 21.30), La Tosca , con interventi di Luigi Magni e Armando Trovajoli (venerdì 9 sempre 21.30) e Allosanfan introdotto da Sergio Rubini (il 10) e infine Detenuto in attesa di giudizio , di Nanny Loy con Alberto Sordi che sconfina nel cinema di impegno civile (proiezione lunedì 12, presenta Ascanio Celestini). L'evento finale è una vera chicca. Viene infatti proiettata il 13 alle 21.30, in anteprima assoluta, la Tosca di Carlo Koch e Jean Renoir, del 1941, film leggendario del cinema fascista: ci mise mano, oltre al maestro francese comunque non accreditato, anche Luchino Visconti, ma alla fine firmò solo Koch, con la guerra che cominciava e la situazione politica che andava precipitando. Un restauro importante curato dalla Cineteca Nazionale, sempre partner del festival, un film che si è visto poco e niente e che è ancora oggi circondato da un alone di leggenda. Un festival, quello di Narni, a cui il pubblico aderisce fortemente, riempiendo gli spazi del parco pubblico: perché di cinema c'è fame anche in provincia, specie in un città cinematograficamente sensibile come quella umbra, basta costruire un'offerta adeguata.

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