POLITICA & SOCIETÀ

La Militia neofascista che odia Alemanno

Arrestati i leader dell'organizzazione romana
RUSSO SPENA GIACOMO

Prima di morire «me levo qualche piccola soddisfazione», dice nel corso di una conversazione, intercettata, Maurizio Boccacci (gravemente malato) a Stefano Schiavulli che concorda: «Certo, ti aiuto io...». Questa è Militia, organizzazione d'estrema destra capitolina. Allarmati, i Ros hanno visitato le abitazioni di Massimiliano De Simone, 42 anni, Giuseppe Pieriste, 53, e appunto Boccacci, 53, e Schiavulli, 25. Nel corso della perquisizione vengono sequestrati machete, bastoni, documentazione ideologica inneggiante al Terzo Reich e una divisa dell'esercito israeliano.
I quattro sono indagati per apologia del fascismo, diffusione di idee fondate sull'odio razziale ed etnico e violazione della legge Mancino del '93. Sarebbero i protagonisti di una serie di blitz, come l'aver annerito le «pietre di inciampo» in memoria delle vittime della persecuzione nazista in Roma il 28 febbraio scorso di scritte imbarazzanti: «Lode e gloria ai fascisti. Morte ai partigiani», «Alemanno con l'A.N.P.I.? Il più infame di tutti quanti»; «25 aprile non ho tradito. Onore R. S.I», «Castelvolturno -6, Milano -1. Minime in Italia» (riferito ai raid assassini contro i migranti dello scorso anno), «Schifani ebreo» e «Alemanno Pacifici, Roma-Auschwitz solo andata».
Tutte rivendicate con la scritta Militia. A Roma conta un centinaio di militanti, concentrati ai Castelli, luogo di provenienza del leader e fondatore Boccacci, e Vigne Nuove, periferia nord-est, dove si riuniscono nel locale Kinky Club e nella palestra popolare di pugilato Primo Carnera. Considerata la loro base. Lì oggi dovevano svolgere una riunione per creare una struttura sovraterritoriale nazionale, all'incontro avrebbero preso parte anche soggetti provenienti da tutta Italia e in particolare da Emilia Romagna, Veneto e Lombardia. Il mese prossimo, invece, già convocate un'iniziativa con l'ex squadrista arruolato nelle Ss, Rutilio Sermonti e un seminario di storia con il ricercatore della Sapienza, Antonio Caracciolo, colui che ha definito «leggenda» i campi di sterminio.
Militia si caratterizza nella galassia dell'estrema destra per la sua intransigenza al dialogo: i primi nemici sono i «badogliani» Fini, Alemanno e persino Iannone, il capo di Casa Pound Italia.
Poi ovviamente «il sionista» Pacifici. «Blocco servi della Gelmini» recita un loro striscione rivolto ai «finti camerati» di Casa Pound. E pensare che Boccacci e Iannone (e Castellino, ora Popolo di Roma con tessera in tasca del Pdl) prima erano tanto amici. Sia ai tempi di Base Autonoma che in quelli di Fiamma Tricolore. Poi la rottura. E la nascita di Militia che emerge nelle cronache, inizialmente, per iniziative anti-An e contro l'attuale sindaco.
In seconda battuta per le loro posizioni contro il mondo omosex, gli ebrei e i partigiani. Solo ultimamente l'organizzazione ha aperto al «sociale» parlando di reddito per tutti e usura abitativa (in concorrenza con Casa Pound). Ma se De Simone ritiene che «il pensiero viene prima dell'azione», Schiavulli, in un'intercettazione del 24 marzo di quest'anno, replica con un «viva la forza bruta» per poi minacciare: «Io ve sparo in testa a tutti quanti... ve lo dico eh...». Un pensiero fisso, il suo. Il 29 marzo, invitato ad un concerto della band «Compagnia dell'anello», dove ci sono «personaggi storici dell'ambiente» tra i quali «Stefano delle Chiaie», «Francesco Bianco» e «il Pantera» (Luigi Aronica), Schiavulli ribatte: «Che ce vado a fa'... a ammazzalla a gente... mo' vado là ci sta tutta a gente del Pdl... li devo ammazzà...».
Non mancano le reazioni. Pacifici (di cui Boccacci parla così: «Prima de annammene, due o tre mesi prima eh, trasformo un porco con un bell'angelo») auspica per loro condanne chiare, dirette ed esemplari. Mentre Alemanno aspettava l'inchiesta da tempo, «per liberare Roma da un continuo stillicidio di azioni e di simboli assolutamente negativi». Stavolta gli crediamo.

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