INTERNAZIONALE

«Cadaveri gonfiati dall acqua, le bare non si chiudono»

VICINO ALL'EPICENTRO
BOZZATO FABIO, GUILLERMO J. ALFONSO,SANTIAGO DEL CILE

Nel quartiere Matta di Santiago ieri finalmente è tornata la luce. In questo barrio di case basse, costruite per lo più con tecniche tradizionali, i danni sembrano contenuti, a differenza delle zone vicine, Franklin e il Barrio Brasil.
Nei crocchi agli angoli delle strade si parla con amarezza di come nei quartieri alti non sembra sia successo nulla. Girando per queste zone di Santiago, infatti, da Providencia a Las Condes a Vitacura tutto appare normale. Qui non si è visto alcun black out. «In quei quartieri non esiste la costruzione autogestita. Si tratta di municipalità ricche, che possono permettersi funzionari e controlli severi», dice Natalia Jorquera, architetta dello studio «Sur Tierra», impegnato in tecniche di bio-costruzione. «Il paese ha da alcuni anni norme antisismiche severissime. Ma il problema è il rispetto di queste norme. Non ci sono controlli nei cantieri, non c'è personale sufficiente e non si fanno ricerche geologiche. Se è vero che moltissimi edifici hanno retto, altri anche nuovi sono collassati o si sono spezzati, perché costruiti su terreni non adatti. E nei quartieri poveri ci sono tante devastazioni perché la gente si ostina a fare interventi senza chiedere i permessi, abbattendo muri, aumentando le camere. Una pratica molto diffusa per esempio consiste nel sostituire i tetti di tegole con lamiere, più economiche e leggere, ma che lasciano sconnessi i muri», aggiunge l'architetta. Il terremoto ha sempre un qualche risvolto di classe.
Nella regione del Mauli, la situazione è disperata. Si contano 554 morti, sui 795 totali. Un cronista di Radio Chile racconta che i cadaveri nell'obitorio, anche se morti di recente, sono talmente gonfi che non si riesce a chiudere le bare. L'acqua dello tsunami e i crolli li hanno massacrati persino da morti. I sopravvissuti non hanno niente da mangiare. L'altra sera un supermercato è stato dato alle fiamme dopo un saccheggio. Nonostante il coprifuoco, ora anticipato alle ore 18, e il dispiegamento dell'esercito, che è stato pure rafforzato, gli assalti continuano0.
Qui si parla solo genericamente di sciacalli, ma come sempre dietro quella parola ci sono centinaia di persone realmente allo stremo, comprese tante donne che si dividono il latte in polvere a mani nude. La stessa sindaca Jacqueline von Rysselberghe si dice disperata. «Abbiamo bisogno di cibo, per la popolazione. Siamo senza rifornimenti», sottolinea. Molti dicono che a compiere gli assalti sono i soliti miserabili e violenti, quelli che nutrono l'immaginario popolare, la città dei suburbi, con il loro idioma sbiascicato e la fama di assalitori e attaccabrighe. Ma anche questo finisce per essere consolatorio. Fortunatamente, gli aiuti sembrano sbloccati e ieri sera camion con 5 milioni di razioni di viveri sono partiti per Concepcion.
Intanto è scattata anche la gara di solidarietà. Il volto più noto e più amato della televisione cilena, Mario Kreutzberger, meglio conosciuto come «don Francisco», ha annunciato un Teleton speciale «Chile ayuda Chile», un'iniziativa analoga a quella organizzata dopo il terremoto del 1985. Si tratta di una gigantesca raccolta fondi, che coinvolge tutto il paese, dai lustratori di scarpe alle banche, dai negozi alle imprese. «Un evento di unità nazionale», lo ha definito il presentatore.

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