CULTURA & VISIONI

Joseph S. Le Fanu, dietro il perbenismo si nasconde il terrore

RACCONTI
ALBERTAZZI SILVIA,

LIBRI: J. S. LE FANU, L'OSPITE MALIGNO. LA STANZA AL DRAGON VOLANT, 66THAND2ND, PP. 306, EURO 16

Negli anni '70 del Novecento, Umberto Eco e Romolo Runcini tentarono una rivalutazione del romanzo gotico inglese, l'uno interpretandolo come visualizzazione di una fuga fantastica dalla società britannica posteriore alla prima rivoluzione industriale, l'altro rintracciando negli orrori gotici uno spettro ancora più inquietante per la nascente borghesia inglese: quello della rivoluzione francese. Per entrambi, la narrazione nera, sia tardo-settecentesca sia posteriore, rappresentava un elemento di rottura nei confronti delle convenzioni morali e letterarie del XVIII secolo.
Analizzato come sottogenere emerso in reazione tanto al sentimentalismo domestico di Richardson quanto al razionalismo di Locke, il gotico - ingiustamente disprezzato per decenni - alla fine del primo millennio è divenuto un oggetto critico quasi di culto, complice l'attenzione prestata ai suoi elementi di denuncia sociale: al suo essere, come sottolineava Leslie Fiedler, anticattolico e antiaristocratico.
È dunque doppiamente meritoria l'impresa della casa editrice Gargoyle, specializzata in incubi narrativi classici e contemporanei, che ha intrapreso la pubblicazione di alcuni tra i migliori - e misconosciuti, almeno nel nostro paese - autori del gotico sette e ottocentesco, in agili ma impeccabili traduzioni, corredate da introduzioni utili a inserire scrittori e opere nel loro tempo. Uscito da poco, un bel volume racchiude due racconti lunghi di Joseph Sheridan Le Fanu, L'ospite maligno e La stanza al Dragon Volant, il primo dei quali finora inedito in italiano.
Irlandese, noto soprattutto per la sua scandalosa storia di vampirismo a tinte lesbiche, Carmilla, Le Fanu ha attraversato il secolo vittoriano con la sua produzione narrativa a tinte fosche, visualizzando i terrori nascosti dietro la facciata perbenista che caratterizzò il suo tempo. Così, nell'Ospite maligno protagonista è un gentiluomo in ristrettezze economiche, che ha dissipato il proprio patrimonio in gioventù, in un tempo, cioè, in cui la sua classe godeva di ben altri privilegi, il tempo in cui è ambientato La stanza al Dragon Volant che, non per caso, ruota intorno al Grand Tour parigino di un ricco giovane inglese. Entrambe le storie lasciano intuire il crepuscolo - quando non la fine - di un mondo aristocratico popolato da rentiers, in cui il lavoro salariato era visto come una umiliazione disdicevole. Le avventure inquietanti che i protagonisti vivono in avite magioni di campagna o in locande sinistre si situano, come nota Sandro Melani nell'introduzione, in «un mondo che ha ormai perso ogni innocenza ... un mondo costellato ... di matrimoni infelici, spesso frutto di tiranniche imposizioni, relazioni adulterine, convivenze more uxorio che confinano con la bigamia, figli e parenti segreti, divorzi, vizi innominabili». In questo senso, il tardo gotico sensazionalista di Le Fanu, ancor più del gotico «fiammeggiante» settecentesco, si propone come rappresentazione in chiave misteriosa e visionaria di una realtà sociale perturbante, segnata dalla doppiezza etica, dalla perdita di certezze e da un mutamento storico delle gerarchie sociali. Con una importante differenza, tuttavia, rispetto ai progenitori del genere: mentre l'opera di una scrittrice come Ann Radcliffe (con cui Le Fanu condivide la strategia di spiegare ogni elemento apparentemente soprannaturale) risulta alquanto faticosa per il lettore contemporaneo, Le Fanu si fa apprezzare per una scrittura avvincente dalla prima all'ultima pagina.

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