«Un giorno all'osteria del Vecchio Gufo/sedeva una totina accanto a me/Mangiava una pietanza con il tartufo/le chiesi signorina ma cos'è?/Lei mi spiegò è una trifola/l'assaggi e poi vedrà/E allor senza preamboli/ne presi la metà/Per quella mezza trifola io persi la ragion/Mi accesi di passion/Per quella mezza trifola/legammo i nostri cuor/in un vincolo d'amor». La totina (signorina), grazie agli effetti afrodisiaci della trifola (il tartufo) diede al marito 23 figli, di cui quattro gemelli in un colpo solo. Interprete di quello che nel 1958 divenne un successo nazionale era Fred Buscaglione: il re menestrello a ritmi swing e jazz del mondo dei night italiani tra whisky e pupe, il duro dal cuore morbido che al volante della sua Ford Thunderbird color lilla si schiantò nella notte romana del 3 febbraio 1960, a soli 39 anni. La scelta di cantare La trifola risultava perfetta per un personaggio dotato di grande ironia, mai disposto a prendersi troppo sul serio, donnaiolo più nelle parole delle sue canzoni che nei fatti, musicista colto e intelligente, amante della buona tavola. A Buscaglione, per il cinquantennio della sua scomparsa, Torino, la città dov'era nato e aveva iniziato la carriera, rende omaggio fino al 13 febbraio con «Sotto il cielo di Fred». Cinema, fotografia, incontri e ovviamente musica, raccontano l'uomo, l'artista, e la porzione di '900 attraverso cui passò la sua breve vita. Protagonista non di secondo piano il cibo, con la «merenda sinoira», tradizione conviviale piemontese del Dopoguerra che consisteva nel preparare una merenda così sostanziosa (antipasti, un primo e un dolce) da far dimenticare il momento della sina, la cena. La serviranno, a 15 euro, bocciofile, osterie e trattorie della città. «Aperitivi malavitosi» al Caffé Liber e appuntamenti con la cucina mediterranea degli anni '50 completano il quadro gastronomico. I proiettori del Cinema Massimo e del Cineporto, con la rassegna «I re della malavita», propongono, tra gli altri, I ragazzi del Juxe Box di Lucio Fulci e La gang di Cromwell, insieme a Fred sul piccolo schermo, antologia del Buscaglione televisivo.
Imperdibile la mostra La dolce vita torinese (1945 - 1960), con cento immagini che raccontano, passando per il jazz e le sale da ballo, i ritagli dei giornali e le locandine d'epoca, la Torino gaudente dell'epoca. Ma poiché, giustamente, spetta alla musica il ruolo di protagonista, ecco allora il Premio Buscaglione, nato dalla collaborazione con il Premio Tenco. Sul palco del Lapsus, l'ultimo giorno, saliranno i dieci finalisti usciti dalle selezioni tra 150 giovani di belle speranze canore, alcune delle quali già consolidate come nel caso di Stefano Amen (sette album autoprodotti) e Piji (undici allori, tra cui il Bindi 2009). Il verdetto della Giuria Popolare sarà reso noto la sera del 12 marzo, all'interno di un altro evento torinese, Piemonte Movie, che vedrà sullo schermo il documentario Fred, di Pit Formento. Per informazioni sulla rassegna, organizzata dall'Associazione Culturale Fea, sottoilcielodifred.it