I ricercatori dell'Ispra restano sul tetto dell'Istituto, in via Casalotti a Roma. Qui, per questa mattina alle 10.30, hanno indetto un'assemblea pubblica: «a dimostrazione che la lotta dei precari è quella di tutti i cittadini italiani che hanno a cuore le sorti del mare e dell'ambiente». Gli scienziati, che oggi staccano il foglio numero 53 al calendario della loro protesta, ripetono che «non chiedono nessuna stabilizzazione e non convocano adunate, ma sono interessati a continuare a servire lo Stato». Chiedono al ministero dell'ambiente che i contratti atipici siano trasformati in contratti subordinati a tempo determinato; che si rendano di ruolo i precari e che si rinnovino tutti i contratti scaduti finora. «È in corso un dialogo - dicono - ma ancora non si è raggiunto un accordo». Per questo «hanno deciso di restare sul tetto, non certo per rendere la situazione 'esplosiva', come afferma il ministro». Inoltre, «è un dispiacere sentire il ministro Prestigiacomo ripetere che la vertenza riguarda solo 21 persone». Lo scorso anno, infatti, hanno perso il proprio lavoro 430 ricercatori: «scienziati con anni di esperienza e centinaia di pubblicazioni alle spalle, molti dei quali conosciuti anche a livello internazionale».