CAPITALE & LAVORO

Oggi vertice a Roma Tute blu in presidio davanti Palazzo Chigi

FIAT/PIANO INDUSTRIALE
TORBIDONI GIULIA,

Sono arrivati con pullmann e treni speciali: 420 da Palermo, circa 300 da Pomigliano. Gli operai della Fiat di Termini Imerese e Pomigliano manifesteranno oggi davanti a Palazzo Chigi: proprio dove si discuterà del loro futuro. Sì perché nel pomeriggio, proprio nel palazzo del governo, l'amministratore delegato Sergio Marchionne presenterà a esecutivo e sindacati il piano industriale per la gestione dell'azienda.
«L'ipotesi già annunciata - spiega Maurizio Mascoli, segretario della Fiom Campania - prevede di realizzare a Pomigliano 270 mila vetture della nuova Panda. Questa, però, è solo una previsione tutta da verificare. Con il calo delle vendite come si fa a dire che si produrranno 270 mila auto? Inoltre, nel 2010 potrebbero diminuire, o addirittura sparire, gli eco-incentivi».
Nello stabilimenti campano della Fiat, gli operai sono in cassa integrazione dal 16 novembre scorso. L'azienda, poi, aveva stabilito la ripresa della produzione per il 21, 22 e 23 dicembre, sollevando la protesta dei lavoratori che avevano già deciso di organizzare una manifestazione in occasione del tavolo di oggi. A Pomigliano, ieri, le tute blu si sono riuniti in assemblee dei reparti e hanno deciso uno sciopero di 8 ore per oggi e la partecipazione alle manifestazioni di oggi. «Partiranno 5 o 6 pullman», ha detto Mascoli. Intanto, la sede del Comune resta occupata dai precari che dal 31 dicembre saranno licenziati.
Per quanto riguarda lo stabilimento siciliano, invece, Marchionne ha più volte ribadito il suo progetto: quello che a Termini Imerese non si producano più auto dopo il 2011. «Se verrà riconfermato questo piano - ha spiegato Roberto Mastrosimone, segretario della Fiom di Termini Imerese - ricominceremo a parlare con la gente e gli operai e stabiliremo quali azioni di protesta mettere in campo».
Il problema è il livello di produzione. Se in Italia si producono 650 mila auto, in Germania le vetture che escono dalle fabbriche sono 6 milioni; circa 2 in Francia e Spagna. «Servono politiche industriali che aumentino la produzione in Italia - dice Mastrosimone - mentre, invece, viene spostata sempre di più all'estero». Secondo Mascoli, «bisogna riequilibrare il rapporto tra produzione e assorbimento del mercato. Gli eco-incentivi, in Italia, hanno aiutato a vendere modelli di auto prodotte in altri paesi, soprattutto in Polonia: auto di piccola cilindrata come, per esempio, la Panda o la 500». Sempre a proposito di eco-incentivi, inoltre, «a Pomigliano non se ne è usufruito - continua Mascoli - perché si producevano motori con emissioni superiori a quelle stabilite dalla legge per poter godere degli eco-incentivi».
Intanto ieri, il vicepremier serbo, Bozidar Djelic, ha detto che dal 2011 la Fiat produrrà in Serbia 200 mila auto. Nell'incontro di due giorni fa, i vertici del Lingotto e il premier serbo Boris Tadic hanno raggiunto un accordo secondo cui Fiat acquisterà il 67% del marchio di stato serba, Zastava, per 800 milioni di euro.
«Bisogna ripartire dal piano generale di Fiat - conclude il segretario Fiom campano - per aumentare la produzione e poi vedere i singoli stabilimenti. Pomigliano, Termini e le altre fabbriche vanno inquadrate in un'ottica nazionale».

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