LETTERE E COMMENTI

PONTE DI MESSINA, LA DISFIDA DI CANNITELLO

INTERVENTO
LENZI STEFANO,

Il miglior modo per raccontare gli ultimi grotteschi sviluppi attorno alla vicenda del ponte sullo Stretto di Messina è quello dei cantastorie, che mescolavano storia a fantasia, spesso rendendo ancora più vero ciò che narravano. E questa del ponte e de «La Disfida di Cannitello» sembra proprio una storia di infingimenti, tradimenti e sotterfugi, che sarà narrata, in piazza, in Calabria, a Villa San Giovanni, sabato 19 dicembre, alla manifestazione nazionale «No Ponte», da parte di migliaia di persone, stanche delle false rappresentazioni a cui devono assistere ogni giorno.
La storia che andiamo a raccontare vede al centro del contendere la variantina ferroviaria di Cannitello, due km scarsi di strada ferrata, di scarsa importanza se il Governo in carica non avesse l'intenzione di inaugurarla come opera connessa al Ponte. Un Ponte sospeso lungo 3,3 km, che ha un costo aggiornato di oltre 6,3 miliardi di euro, e che dal 2001 - colpevole fu la Legge Obiettivo - questo stesso Governo vorrebbe realizzare in una delle aree a più elevato rischio sismico del Mediterraneo, in una zona dai fragilissimi equilibri idrogeologici.
I protagonisti della vicenda sono, da una parte, il Premier e capo cantiere Silvio Berlusconi, il suo ministro alle infrastrutture Altero Matteoli e l'ondivago ministro all'economia Giulio Tremonti. In funzione gregaria il boiardo di Stato Pietro Ciucci, nelle sue varie vesti di presidente Anas, presidente della Stretto di Messina SpA (SdM SpA) e Commissario governativo per il ponte. Nell'ombra, la sempiterna Impregilo, a capo dell'associazione d'imprese che deve progettare e realizzare il ponte. Dall'altra, comitati di cittadini , associazioni ambientaliste e la Regione Calabria, che non ci stanno ad essere presi in giro.
IL PRIMO QUADRO, vede Berlusconi e il fido Matteoli a Palazzo Chigi implorare Tremonti perché allarghi il cordone della borsa, visto che sono 9 anni che l'Italia attende l'inaugurazione di una nuova grande opera e che ancora non si è visto niente. Tremonti corrucciato risponde che, forse, è stata un'esagerazione quella di pensare ad un programma per realizzare 274 opere, per un costo complessivo di 314 miliardi di euro, quando l'Italia ha un debito pubblico che viaggia tra il 115 e il 120% del Pil. Ma che è pronto a trovare la soluzione, basta che qualcuno gliela suggerisca.
IL SECONDO QUADRO, vede Matteoli e i suoi collaboratori che nella sede del Ministero a Porta Pia, hanno un'idea infingarda: aprire canterini per operette, alla portata delle casse pubbliche e siano connesse alla grandi opere, pur di dimostrare che «L'Italia del fare» (qualsiasi cosa, purché inutile) può prevalere. E, poi, nel 2010 ci sono le elezioni regionali...
IL TERZO QUADRO, vede Matteoli con Tremonti, Ciucci consenziente, che a fine luglio, al Cipe, si inventano una delibera, firmata dal premier, che fa carta straccia dell'intesa raggiunta con la Regione Calabria del 2006 che aveva chiesto che la variante di Cannitello stralciata dal progetto del Ponte, invece, fosse utile per i servizi ferroviari regionali.
IL QUARTO QUADRO, vede la Regione Calabria non accettare il tradimento della decisione assunta nel 2006 e decidere di contrastare con tutti i mezzi anche giudiziari la delibera del Cipe di luglio, visto che il Governo non può decidere in maniera unilaterale di negare l'intesa.
IL QUINTO QUADRO, vede la redazione di un progetto definitivo della variante di Cannitello, che fa un'ampia curva, per evitare i piloni di un ponte che non c'è e che non verrà mai costruito.
IL SESTO QUADRO, vede il Parlamento preso in giro due volte perché nella Finanziaria 2010 il rigoroso ministro Tremonti, ha dato il suo assenso a emendamenti con i quali: si vuole imporre per legge i nuovi accordi tra il Governo e la SdM SpA; si vuole dare il via alla realizzazione delle grandi opere per lotti, anche in assenza di un progetto esecutivo dell'opera nel suo complesso.
La morale è che «La Disfida di Cannitello» (ma potremmo parlare anche dell'Autostrada Tirrenica o del Terzo Valico dei Giovi), non è un problema locale, ma un banco di prova per il Governo e per chi non vuole essere preso per il naso.
* Wwf Italia
Sabato 19 dicembre a Villa San Giovanni manifestazione nazionale «No Ponte»

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