INTERNAZIONALE

Incriminato Liu Xiaobo, lanciò Charta 08

CINA/DISSIDENTI
PIERANNI SIMONE,PECHINO

La Cina ha «celebrato» giornata internazionale dei diritti umani, il 10 dicembre, incriminando formalmente per «incitamento alla sovversione contro il potere dello Stato» Liu Xiaobo, uno dei firmatari di Charta 08. Il documento lanciato da un gruppo di 300 intellettuali e cittadini e sottoscritto da 10 mila cinesi - pur essendo vietato e quasi introvabile nella rete - chiedeva aperture democratiche, elezioni, poteri bilanciati ed esercito sotto il controllo del governo, anziché del partito comunista. E' stata la moglie del dissidente, Liu Xia, a ricevere la notizia della sua incriminazione; secondo l'avvocato di Liu, Shang Baojun, il processo a suo carico potrebbe aprirsi già tra dieci giorni.
Tempo fa sembrava che Obama, durante la sua visita in Cina, avrebbe parlato personalmente alle autorità cinesi del caso del dissidente agli arresti, e di altri 11 persone considerate rilevanti dall'amministrazione Usa. Non deve aver fatto effetto: su Liu, 53enne professore universitario, ora incombe una potenziale condanna da 5 a 15 anni. Liu ha già scontato due anni di carcere dopo aver partecipato al movimento del 1989; in seguito, nel 1996, dopo aver chiesto un'apertura di negoziati con il Dalai Lama e criticato il partito unico, sei anni di rieducazione.
La condanna appare certa, alla luce della parole del suo avvocato: «Liu potrebbe evitare la prigione solo nel caso di una clamorosa protesta da parte della comunità internazionale, cosa non ancora successa», anche se pare si siano già mossi intellettuali come Salman Rushdie e Wole Soyinka. «Di solito i dissidenti vengono condannati a 3 anni», afferma un osservatore di Human Rights Watch. Poco importano le prove: nelle mani degli inquirenti ci sarebbero il documento di Charta 08 e sei articoli presi dal web, sostiene l'avvocato di Liu Xiaobo.
L'arresto di Liu, avvenuto pochi giorni prima della pubblicazione della Charta08, aveva ha già suscitato reazioni in Cina: molti dei firmatari, tra cui 165 residenti in Cina, avevano diffuso un comunicato chiaro: «se Liu è colpevole lo siamo anche noi». Ora sarebbero 300 i firmatari di una nuova lettera in sua difesa. Ran Yunfei, blogger piuttosto noto del Sichuan, che firmò sia Charta 08 sia la lettera successiva, ritiene che il tentativo del governo di zittire gli oppositori sia intenso, ma vano: «Come ogni processo storico, anche la democratizzazione non può essere fermata», dice in una intervista.
Nel dicembre 2008 la reazione delle autorità alla Charta 08 fu fulminea: solo a gennaio un centinaio le persone fermate in 17 province. Secondo il China Human Rights Defender molti di più subirono vessazioni ma non vollero rendere pubblica la notizia.

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