Il prossimo primo dicembre, in occasione della giornata mondiale contro l'Aids, nonché ventennale del primo Day with(out) art (la giornata di mobilitazione della comunità artistica per sensibilizzare l'opinione pubblica sulle tematiche legate al virus), la città di Venezia sarà invasa da numerosi adesivi e manifesti che raffigureranno guanti gialli. Questa manifestazione si intitolerà «Yellow glove», appunto e costituirà la prima tappa di New York Memories, un progetto molto articolato ideato da Tommaso Speretta, Andrea Goffo e Claudia Zini e realizzato in collaborazione con la Fondazione Claudio Buziol. Il tutto per celebrare Act Up (acronimo per Aids Coalition to Unleash Power, tradotto letteralmente in italiano «coalizione per scatenare il potere»), il collettivo composto da attivisti e artisti gay nato nel 1987 a New York come risposta alla crescente paura della diffusione della malattia.
Le dimostrazioni pubbliche del gruppo si avvicinano più a delle performance artistiche che alle tradizionali manifestazioni politiche e hanno come fine quello di combattere le false informazioni veicolate dai mezzi di comunicazione. La caratteristica principale dei componenti di Act Up è infatti quella di rivolgersi non solo al potere costituito, ma anche al mondo dell'arte, utilizzando linguaggi presi in prestito dalla pubblicità e dalla televisione. L'immagine scelta per il progetto - i guanti gialli - sono un elemento fortemente simbolico per Act Up, perché durante la Terza Conferenza Internazionale sull'Aids, tenutasi il primo giugno del 1987, un gruppo di attivisti protestò contro le politiche reaganiane che trascuravano completamente la problematica. In quel frangente, vennero arrestati ben sessantaquattro manifestanti dalla polizia che per l'occasione indossava guanti di gomma gialli, così da evitare la possibilità di un contagio. Gli attivisti del movimento decisero di rompere il silenzio, non a caso uno degli slogan del collettivo è proprio «Silenzio = morte» e di sfidare l'opinione pubblica, rendendo note le immagini e i filmati degli arresti che dimostravano non solo l'umiliazione subita e l'abuso di potere, ma denunciavano anche il clima di terrore in cui si trovava il paese. Il gruppo ha cambiato profondamente il significato dell'immagine: da simbolo di una logica repressiva e ignorante è divenuta un emblema della lotta contro il panico scatenato dalle epidemie.