INTERNAZIONALE

Veri o immaginari, i ladri di bambini scuotono Pechino

PIERANNI SIMONE,PECHINO

Nei mesi precedenti le Olimpiadi cinesi del 2008, una cinquantina di persone giunse a Pechino da diverse regioni del paese, sperando di poter ottenere udienza - e sostegno - da parte del governo della Repubblica popolare. Erano genitori disperati, i cui figli erano stati rapiti. I funzionari locali avevano promesso azioni importanti, ma nessun bambino era tornato a casa. Non senza sacrifici economici, decisero di intraprendere il viaggio per giungere nella capitale. Non furono ricevuti, anzi, vennero rinchiusi in stanze di alberghi o uffici, controllati a distanza. Alcuni non vennero neppure fatti scendere dal treno e furono rispediti a casa, subito.
La Cctv, la televisione di stato, si rifiutò di intervistarli. La loro era una protesta perfino rispettosa nei confronti delle autorità centrali: rifiutarono, finché non fu necessario, le interviste con i media stranieri. Non volevano turbare l'immagine della Cina prima dell'evento storico delle Olimpiadi. Alla fine qualcuno denunciò ai media esteri il proprio dramma. Il Governo allora rispose, ribadendo come da tempo fosse in atto una campagna contro le bande che rapiscono i bambini in Cina. Da alcuni giorni esiste anche un sito governativo dove sono poste le foto dei bambini rapiti, non ancora trovati. Sessanta foto con dettagli fisici e con le ultime informazioni prima della loro scomparsa.
L'ultima gang di rapitori è stata sgominata a gennaio, a Yueyang. I piccoli rapiti, di sesso maschile, età media cinque anni, venivano venduti alle coppie desiderose di avere un figlio maschio, anziché una femmina: la dura realtà della legge sul figlio unico nelle zone rurali cinesi. I bambini venivano venduti a un prezzo che oscillava tra gli 800 e i 3000 euro. Nel solo periodo che va da da aprile a ottobre di quest'anno, sarebbero 2800 i bambini salvati dalle mani dei trafficanti.
In questa situazione dai numeri agghiaccianti, alcuni giorni fa è arrivata la tragedia, nata da una voce, un sospetto, verificatosi poi falso: di fronte ad una scuola elementare di Yuhuan, alcuni uomini erano intenti a distribuire volantini ai bambini. Uno degli studenti avrebbe insultato uno degli uomini. «Sei un imbroglione», gli avrebbe urlato. A quel punto è scattata l'isteria collettiva dei genitori che, temendo si trattasse di un tentativo di rapimento, hanno letteralmente assaltato e linciato i cinque uomini. È intervenuta la polizia, con oltre 150 agenti, ma i genitori hanno impedito l'immediato aiuto ai cinque aggrediti. Questi ultimi, feriti, sono stati trasportati all'ospedale. Uno di loro, infine, è morto.
Secondo la ricostruzione fornita dalla polizia, il sospetto dei genitori era completamente falso: si trattava di venditori di libri, che da lì a poco avrebbero dovuto tenere anche una lezione agli alunni. È bastata però una voce a scatenare i genitori: alcuni di loro sono stati arrestati, mentre altri, attraverso le riprese della telecamera posta fuori dalla scuola, sono tutt'ora ricercati.

Supporta il manifesto e l'informazione indipendente

Il manifesto, nato come rivista nel 1969, è sinonimo di testata libera, indipendente e tagliente.
Logo archivio storico del manifesto
L'archivio storico del manifesto è un progetto del manifesto pubblicato gratis su Internet e aperto a tutti.
Vai al manifesto.it