CAPITALE & LAVORO

Senza stipendio da tre mesi. Oggi sciopero nazionale

EUTELIA
TORBIDONI GIULIA,

«Abbiamo occupato gli uffici dell'azienda perché siamo stanchi di essere trattati come merce che si compra e si vende sul mercato». Marco è uno dei 450 lavoratori romani di Eutelia che da luglio non si vedono pagare le retribuzioni né i rimborsi spesa. «Qui c'è gente che ci mette del suo - continua - benzina e autostrada. Non solo, la proprietà non dice quale è il suo progetto industriale per il futuro. Se continuiamo così, noi non vediamo che il fallimento e la perdita del posto».
La situazione di Eutelia, in bilico oramai da alcuni mesi, è esplosa, a Roma, l'8 settembre. Nel pomeriggio di martedì scorso, infatti, si doveva tenere l'incontro tra sindacati e azienda nella sede di alcuni uffici di Eutelia, davanti ai quali si erano radunati i dipendenti. Quando l'amministratore delegato ha deciso di spostare l'incontro in un'altra sede, i lavoratori sono entrati e hanno occupato la sede. Un atto dimostrativo nato dall'esasperazione e dal bisogno di fare emergere la vicenda. Come dice Gloriana Bracale, rsu, «il problema è la visibilità. Ora se non si sale sui tetti non hai peso sugli organi di stampa», «anche se si tratta di un'azienda di oltre 2 mila dipendenti», aggiunge Giuseppe.
Gli operai, intanto hanno messo in calendario le tappe della mobilitazione: ieri i dipendenti del sito di Pregnana milanese hanno occupato la locale stazione ferroviaria, oggi ci sarà la manifestazione nazionale del gruppo (con sciopero di 8 ore) in concomitanza con il tavolo convocato presso il ministero dello sviluppo economico.
La storia di Eutelia nasce nel 2003 quando la società Plug-It della famiglia Landi di Arezzo compra la EdisonTel (dal gruppo Edison), una società di comunicazioni nata nel 2000. Tre anni dopo la famiglia Landi acquisisce anche i gruppi di informatica (IT) Getronics e Bull che vengono fusi con Eutelia. I dipendenti, in questi anni, sono 2.700 dislocati in varie sedi in tutta Italia. I problemi iniziano alla fine del 2007 quando il bilancio della società è in rosso. A giugno 2008, proprietà e sindacati arrivano a firmare il contratto di solidarietà che prevedeva la riduzione dell'orario. Sui bilanci inizia ad indagare la guardia di Finanza. A gennaio di quest'anno, la famiglia Landi comunica di volere dismettere il settore It e aprire la procedura di licenziamento collettivo per 2.400 persone. Eutelia passa a due proprietari diversi nell'arco di un mese: a fine maggio diventa di Agile, un'azienda di call-center di Potenza e, il 15 giugno, Agile è venduta a Omega, un gruppo di aziende, tra i cui proprietari, dice il sindacato, figurano anche persone con pendenze penali. E con la nuova proprietà i dipendenti non hanno visto più un euro di stipendio. «Come è possibile tutto questo?», chiedono. «Noi, abbiamo un'età media tra i 40 e i 50 anni, troppo giovani per andare in pensione e già anziani per trovare un altro lavoro. I figli che vanno all'università, il mutuo da finire di pagare...», dice ancora Marco. Eppure, per il governo, la crisi è passata.

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