POLITICA & SOCIETÀ

I gay: «E' una guerra contro di noi»

RAZZISMO
RUSSO SPENA GIACOMOROMA

Abbigliamento casual, nessun travisamento di volto. Uno robusto e calvo, l'altro esile e con capelli rasati. Entrambi italiani e, più o meno, venticinquenni. Sarebbe l'identikit, in base alle testimonianze raccolte dalla compagnia dei carabinieri di zona, dei due responsabili dell'ennesimo raid omofobo a Roma: martedì sera, verso mezzanotte, due petardi vengono lanciati nella «gay street» (vicino al Colosseo) a quell'ora affollata da centinaia di persone.
Sono arrivati a piedi da via Ostilia e giunti quasi all'angolo con via San Giovanni in Laterano hanno lanciato i due ordigni, a 15-20 secondi uno dall'altro. «Sembrava un colpo di pistola» racconta un cameriere che lavora in un pub della zona. «Stavo bevendo con gli amici quando ho sentito un rumore fortissimo» dice qualcun'altro. Il fuggi-fuggi è generale. Si diffonde il panico tra i presenti. I petardi lasciano i segni: un ragazzo viene leggermente ferito, e subito dopo portato in ospedale, per una ferita all'orecchio a causa delle esplosioni. Una creerà un fosso di 10 centimetri per terra, la seconda danneggerà un motorino parcheggiato lì vicino. I responsabili, commesso il raid, se ne vanno a piedi dirigendosi verso i Fori Imperiali, prima correndo poi con un passo sostenuto. Vengono raggiunti, ma non fermati, da tre ragazzi testimoni del folle gesto: «Che avete fatto? Siete impazziti!». I due negano ogni cosa: «Che volete - pare abbiano detto a brutto muso - Lasciateci andare». Così riescono a mimetizzarsi in un istante tra la folla.
I carabinieri, comunque, stanno visionando le telecamere a circuito chiuso della via e non escludono di arrivare presto ai colpevoli. «Un'aggressione di stampo politico ad opera di neofascisti che si sentono più o meno legittimati dalla vittoria della destra alle ultime elezioni politiche» attacca Franco Grillini che ricorda come lo stesso sindaco (che da Lourdes valuta l'episodio «molto preoccupante») abbia in passato coperto e finanziato sedi a gruppi di estrema destra. Questo è il clima: qualche giorno fa la sigla Militia, che fa capo al camerata Maurizio Boccacci, ha esposto due striscioni lungo la tangenziale est contro i gay e l'apertura di Alemanno a quest'ultimi. E non è la prima campagna contro gli omosessuali, senza dimenticare quelle contro gli ebrei (l'antisemitismo è un pilastro di Militia).
«A Roma sembra prefigurarsi un disegno contro di noi», afferma il presidente dell'Arci gay, Aurelio Mancuso. Non ha tutti i torti. In poco più di 10 giorni si sono susseguiti le coltellate di Svastichella fuori al Gay Village, l'attacco alla discoteca Qube e il pestaggio all'artista Emilio Rez. inizia a diffondersi paura all'interno della comunità lgbt. «Ci vogliono ricacciare indietro di trent'anni, dobbiamo essere bravi nel reagire subito - spiega Andrea Maccarrone del circolo Mario Mieli - Altrimenti stralciamo decenni di lotte che ci hanno permesso di uscire dall'oblio».
L'«orgoglio» già ieri si mette in mostra. A Roma, in serata, un partecipato presidio alla Gay Street con la presenza di molti esponenti di sinistra tra cui Franceschini, Ferrero e Zingaretti. «Una forte ed immediata risposta al dilagante clima di intolleranza omofoba che si respira a Roma e in tutto il Paese», spiegano gli organizzatori. In altre città (Bologna, Catania, Palermo) si improvvisano concentramenti davanti alle prefetture. Oggi e domani nuove mobilitazioni. E domenica assemblea nazionale delle realtà lgbt per «studiare una strategia comune». Una legge contro l'omofobia è l'urgenza più sentita. Per mercoledì 23, invece, sempre nella Capitale, ci sarà la fiaccolata «contro ogni forma di violenza e di intolleranza» promossa da Comune, Provincia e Regione.
Poi, a cuore della comunità lgbt, c'è adesso la questione sicurezza. Ieri un primo incontro, organizzato dopo il raid di Svastichella, tra il delegato del sindaco, Giorgio Ciardi, e il comitato Gay Street. Il Comune si impegna a trasformare San Giovanni in Laterano in zona a traffico limitato (con una mini Ztl dalle 23 alle 3 di notte) e ad aumentare il presidio della polizia municipale. Infine un accordo che con gli esercenti dei locali della zona per una vigilanza privata a loro carico (in cambio usufruiranno di sgravi sulle tasse) e «steward per il controllo del decoro stradale». Bocciata l'idea, proposta da Ciardi, delle telecamere perché violerebbe la privacy di molti omosessuali.

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