CULTURA & VISIONI

Biografie grottesche di pagliacci al potere

SAGGI - Alberto Sánchez Piñol racconta le vite di otto dittatori
FEBBRARO PAOLO,

LIBRI: ALBERTO SÁNCHEZ PIÑOL, PAGLIACCI E MOSTRI. STORIA TRAGICOMICA DI OTTO DITTATORI AFRICANI, LIBRI SCHEIWILLER, PP. 192, EURO 15

Cos'è un libro tragicomico? È innanzitutto un'opera che sfida il moralismo, quello secondo cui il riso e il pianto sono assolutamente separati, e c'è un tempo giusto per piangere e un tempo a parte in cui si può legittimamente ridere. Eppure, la realtà è ampiamente tragicomica e ibrida come un dramma di Shakespeare.
Proprio farsesco e insieme oscuro è il nuovo libro, tradotto da Patrizio Rigobon, dello scrittore catalano Alberto Sánchez Piñol, che ha scritto una Storia tragicomica di otto dittatori africani intitolata Pagliacci e mostri. La scommessa di questo libro è appunto lo sconcertato, sconfortato divertimento con cui è stato scritto, la scorrevole leggerezza dello stile, l'estrema leggibilità da fiaba esorbitante e impossibile. I protagonisti delle otto brevi biografie sono personaggi novecenteschi molto o abbastanza noti a chi non sia giovanissimo: Idi Amin Dada, Bokassa, Kamuzu Banda, Mobutu, Sékou Touré, Hailé Selassié, Macías e Obiang Nguema. Sono uomini che hanno tenuto in pugno i destini di milioni di persone, stravolte nella loro organizzazione primigenia dal colonialismo e poi affidatesi a salvatori della patria gonfi di parole e poi molto presto di dollari e sangue.
La parola più frequente nel libro di Sánchez Piñol è l'avverbio «paradossalmente». «Paradossalmente», scrive l'autore, la strategia propagandistica di «Sily \ risultò molto efficace: alcuni intellettuali europei di spicco abboccarono all'amo e diventarono degli apologeti dell'opera "rivoluzionaria" del capo di stato guineano». «Gli alberi genealogici dell'usurpatore \», si legge, «ritocco dopo ritocco, riuscirono a dotarlo di antenati biblici degni dei suoi titoli. E, paradossalmente, questa strategia ebbe successo». Sono solo due esempi, ma la paradossalità viene invocata con tempismo a ogni enormità che s'incontra nel cammino. La sistematica «incredibilità» delle loro affermazioni ha fatto sì che questi uomini fossero venerati, o almeno sopportati, come portatori di un'oltranza, di un'assoluta superiorità, come se le loro inadempienze e i loro crimini inverosimili fossero la garanzia che dal popolo tutto può essere sostenuto e superato, in una potenziale invulnerabilità. Ossessivi e infingardi, ladri e assassini compulsivi, i dittatori africani sono stati l'orrenda caricatura dei loro colleghi europei, che pure già erano la caricatura dell'uomo di Stato: c'è chi ha preso come modello Napoleone, chi invece Hitler, Franco o Stalin. La loro dimensione è stata appunto, secondo il titolo, la mostruosa pagliacciata.
Sánchez Piñol prende in considerazione il loro rapporto con gli stati dell'Occidente capitalistico e dell'ex Europa orientale. Pessima, in particolare, è la figura della Francia di De Gaulle e Giscard d'Estaing, della Spagna franchista, dell'Italia mussoliniana e del cinico «realismo» statunitense. Dopo secoli di occupazione armata e di gentile «civilizzazione», con la decolonizzazione gli europei hanno creduto di purificarsi l'anima col principio della non ingerenza, considerando i deliri e la corruzione dei dittatori africani come un esito fatale e spontaneo da parte di società giovani e disabituate all'arte della politica.
Così, la satira di Sánchez Piñol si concentra non solo sui suoi mostruosi pagliacci, che hanno ripetuto meccanicamente la propria contrarietà a ogni forma di contaminazione politica e giuridica da parte degli stranieri, ma anche sugli intellettuali di sinistra, che in nome di astratti ideali anti-colonialisti, hanno dato credito, a volte con entusiasmi spericolati, alle falsità della propaganda. È questo il vero razzismo: la superficialità con cui ci si è costruita una rappresentazione di comodo delle società africane, la condiscendenza tipicamente professorale con cui sono stati sostenuti i «generosi sforzi» e lo spontaneo, per il momento difettoso riscatto dei «nobili popoli oppressi». Come se l'Africa non valesse la pena di un'analisi rigorosa, e non fosse neppure plausibile una sua vera fuoriuscita dall'infanzia e un suo ingresso nella grande tragedia della storia.
Imbevuti di una cultura formalistica, molti scrittori occidentali non hanno avuto la prensile intelligenza che più volgarmente li avrebbe portati a confrontare le parole con i contenuti delle concrete azioni di governo. Per quasi tutto il suo libro, Sánchez Piñol racconta gli ennesimi episodi novecenteschi della banalità del male, e non nasconde il riso come unica risposta onesta a ciò che narra: una parata di uomini stupidi e grotteschi, seppure di rozza abilità. Ma nell'Epilogo, abbozza un'interpretazione complessiva, che verte sull'imposizione della forma statale a delle civiltà che, prima del colonialismo, la ignoravano del tutto, e per ragioni antropologiche ben chiare.
Lo Stato moderno come forma astratta di governo dell'esistente è stata la più velenosa eredità dei colonialisti, al momento del loro ipocrita ritorno in patria: «Non esisteva ovviamente la possibilità di fare marcia indietro: l'Africa, inserita di colpo nelle relazioni internazionali de XX secolo, non poteva fare a meno del sistema statale». Altra cosa era che il passato «barbaro» fosse morto o in via d'estinzione. Non era così. «Si evidenziò quasi immediatamente che le caratteristiche "arcaiche" delle società africane erano più che vive e permeavano la nuova Africa indipendente».
Come spesso nella realtà, la verità è doppia, non serve incolpare lo statalismo occidentale o la barbarie africana, piuttosto va criticata la falsa fatalità del loro rapporto. Per questo, al di fuori di ogni moralismo, l'autore del libro può inoculare in noi il proprio riso raccapricciante sulla serissima mascherata del potere.

Supporta il manifesto e l'informazione indipendente

Il manifesto, nato come rivista nel 1969, è sinonimo di testata libera, indipendente e tagliente.
Logo archivio storico del manifesto
L'archivio storico del manifesto è un progetto del manifesto pubblicato gratis su Internet e aperto a tutti.
Vai al manifesto.it