POLITICA & SOCIETÀ

Svastichella: «Mi hanno provocato, sono amico dei gay»

ROMA - Tantissime adesioni alla fiaccolata contro ogni forma di razzismo e omofobia proposta dalla Provincia
RUSSO SPENA GIACOMOROMA

Davanti al giudice si presenta tranquillo e spavaldo come mai. «Non ho nulla contro i gay, anzi ho molti amici omosessuali. Ma quei due non si stavano solo abbracciando e si scambiavano effusioni piuttosto esplicite in pubblico». Insomma meritavano una lezione. Dura pochi minuti l'interrogatorio di Alessandro Sardelli, alias «Svastichella», sentito dal gip Renato Laviola nel carcere di Regina Coeli. Il tempo di raccontare la sua versione dei fatti sul raid di venerdì scorso fuori al locale Gay Village di Roma, dove è rimasta ferita una coppia omosessuale: Dino è ancora in ospedale per una ferita al torace, Giuseppe se l'è cavata con qualche punto in testa per la bottigliata presa. «Sono stato provocato, è stato un incidente» giura Svastichella che spiega come abbia chiesto ai due «di smetterla di aver quel comportamento» e di aver perso i nervi dopo esser stato insultato: «E' stata una reciproca aggressione».
Ammette però di aver ferito con una bottiglia Giuseppe e con il coccio tagliente («mai avuto il coltello») di aver colpito Dino. Per Daniele Stoppello, avvocato dei due gay, la linea difensiva adottata da Sardelli «è scontata, tipica dei casi di aggressione in generale e in particolare di quelle compiute ai danni di omosessuali a partire dal delitto Pasolini». «Svastichella vuole passare da vittima dopo che ha ferito gravemente due persone?», si domanda il legale. Comunque il tema della «provocazione» non è considerato determinante dal pm Pietro Pollidori (presente all'interrogatorio) e la Procura sarebbe orientata a chiedere il giudizio immediato per tentato omicidio e lesioni gravi: cinque testimoni hanno riconosciuto Sardelli sul luogo dell'aggressione.
Intanto ottiene un gran consenso l'idea di una fiaccolata «contro ogni forma di razzismo e omofobia» promossa dal presidente della Provincia Nicola Zingaretti (domani in visita al Gay Village). «C'è uno strettissimo legame - dice - tra l'intolleranza verso gli extracomunitari e gli attacchi di questi giorni alla comunità lgbt». Comune e Regione, i primi a dirsi disponibili all'iniziativa. Per il sindaco Gianni Alemanno «la fiaccolata è una reazione della città alle forme di violenza. L'intolleranza deve essere rifiutata indistintamente da tutti». «Ci sono diritti e principi - aggiunge Piero Marrazzo - che, se messi in discussione, rischiano di colpire le basi della convivenza civile e democratica di una collettività».
Oltre alle istituzioni locali hanno già dato l'adesione la comunità ebraica, l'iman della moschea, le associazioni lgbt, sindacati e pezzi della società civile. In piazza ci sarà anche Franco Grillini di Gaynet. «L'estremismo di destra di matrice neonazista - spiega - è alla base di molte aggressioni omofobiche accadute negli ultimi anni in Italia. È necessario isolarlo e rompere quella presunta legittimazione frutto anche del silenzio vaticano a condanna dei raid contro gli omosessuali».

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