POLITICA & SOCIETÀ

Stefano Consiglio: «Il coraggio di amare. E basta»

INTERVISTA
SILVESTRI SILVANA,

Sarà presentato a Venezia il 4 settembre (e uscirà contemporaneamente nelle città capozona) L'amore e basta di Stefano Consiglio, film documentario che ci mette a contatto con la forza dei sentimenti di diverse coppie omosessuali italiane e straniere. Film politico perché porta conoscenza, approfondisce zone d'ombra ed elimina tabù, si contrappone con la forza dei sentimenti verbalizzati in modo anche sofisticato ai gesti brutali che oggi ci racconta la cronaca mostrandoci il panorama di un un deserto culturale a perdita d'occhio. In qualche modo il film continua quello che iniziò Pasolini con i suoi Comizi d'amore senza che potesse far passare in Rai argomenti fuori regolamento. «Questo film - ci racconta Stefano Consiglio - nasce da un mio film precedente Il futuro-Comizi infantili, che richiamava appunto Pasolini, con interviste a bambini di 10-13 anni su diversi argomenti dell'immaginario. Ho chiesto: ma voi sapete cosa vuol dire la parola omosessuale? La cosa che mi ha colpito moltissimo è stato che mi hanno parlato solo di amore e di affetto. E quelle scene le ho messe in testa a questo film. Io stesso mi sono domandato: che cosa ne so io di come funziona l'amore e l'affettività tra persone dello stesso sesso? Cos'è questa emozione che io non so cos'è? Mi piacerebbe farmela raccontare. Così è nato il film. Anch'io penso che abbia un valore politico forte, ma tutto mediato attraverso l'amore tra persone dello stesso sesso che viene immaginato chissà come e poi ti rendi conto che è di una semplicità assoluta, come dice lo stesso titolo, l'amore e basta. Anzi, per la difficoltà nella quotidianità, è quasi di una potenza sconosciuta ai più, come un tempo si provava per gli amori contrastati. Spero che il film faccia scoprire delle emozioni che ci sembrano così vaghe».
È anche interessante lo sguardo europeo che contiene, con esperienze di coppie francesi, tedesche e di due donne spagnole particolarmente battagliere con i loro tre figli: «Soprattutto se pensiamo ai fatti successi in questi giorni, noi siamo sempre un po' indietro, però il vero salto qualitativo è con la Spagna, lì veramente c'è la parità assoluta. Anche negli altri paesi c'è da fare, qui ancora di più». Ma l'abbrutimento degli ultimi anni? «Quando l'atteggiamento verso il diverso è così brutale dall'emigrazione, alle donne... Commentare quello che si sa non ha molto senso, invece quando vedi degli esseri umani che ti raccontano la forza, l'energia, l'amore che ci mettono, tutto il resto sono parole. Quando ti trovi di fronte degli esseri umani ti viene da dire: a che titolo, da che pulpito devo dire a queste persone cosa devono fare, come si devono comportare? È tutto un preconcetto, un pregiudizio, una paura».

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