CAPITALE & LAVORO

Tasse e utili: le contraddizioni del sistema

IMPRESE
ROMANO ROBERTO,

Il sistema economico nazionale non finirà mai di stupire. Nel rapporto Mediobanca sui dati cumulativi di 2022 società italiane (2009) presentato alcuni giorni fa, è scritto: «I nuovi debiti non hanno finanziato direttamente le acquisizioni, come verificatosi l'anno prima, ma - in ultima analisi - hanno finito per concorrere alla copertura della generalità degli esborsi, tra i quali come detto i dividendi distribuiti».
Questo è un aspetto disarmate. Estremizzo, i debiti non sono più destinati agli investimenti, piuttosto alla remunerazione dei dividendi. Credo che Adamo Smith che del processo accumulativo è stato maestro, come tutti i classici, salterebbe sulla sedia o sia prossimo a uscire dalla tomba per spiegare ai capitalisti cosa è il capitalismo.
Ma la devianza del sistema economico nazionale non si ferma a questo «dettaglio». Già sappiamo che il 40% delle società di capitale in Italia non pagano le tasse perché dichiarano un valore assente o negativo, ma quando queste imprese devono pagare le tasse le pagano proprio poco. Attenzione, non è un problema di aliquota, che è tra le più alte di Europa, piuttosto di base imponibile e di elusione fiscale. La base imponibile ha nei fatto determinato nell'ultimo biennio una diminuzione del 40% degli oneri tributari.
Ha concorso la riduzione delle aliquote Ires (dal 33% al 27,5% nel 2008) e dell'Irap (aliquota ordinaria dal 4,25% al 3,9% sempre nel 2008), ma l'esito rimane disarmante.
Sostanzialmente l'aliquota media delle 2022 società è passata dal 29,1% al 23,1%. Il tax rate minimo è quello emerso dai bilanci delle società quotate (11,8%), mentre permane la «penalizzazione» delle medie imprese seppur su un livello inferiore a quello del 2007.
Certamente la neutralità fiscale è un principio fondamentale per chiunque si deve occupare di sistema economico e impresa, ma con questi livelli di tassazione «effettiva» molto distante da quella legale, e molto più bassa della media europea pone degli interrogativi sul target del sistema economico nazionale. Insomma, quello che emerge con chiarezza è che l'Italia fonda il proprio processo accumulativo sul grigio.

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