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Multisala Gulliver sotto sfratto, parte la protesta

CRISI ·
MASET PIER,

Un altro cinema che rischia di chiudere i battenti. E anche molto presto, visto che verrà sfrattato, su istanza della proprietà immobiliare, già oggi 31 luglio. Parliamo del Cinema Gulliver, situato nella borgata Ottavia (via della Lucchina 90) facente parte del circuito Cineplex che comprende circa 84 sale dislocate un po' in tutta Italia. Fino allo scorso dicembre il Gulliver era di proprietà pubblica - come ricordano e denunciano in una nota dSlc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom-Uil - poi è stato privatizzato ma con tanto di garanzie da parte del Ministero dei Beni Culturali e Ambientali che non si sarebbero persi posti di lavoro (sono 19 i lavoratori che rischiano di restare a spasso), non sarebbe stata cambiata la destinazione d'uso e non si sarebbe disgregata l'unità del gruppo. Dopo sette mesi la realtà sembra essere tutt'altra e per questo i sindacati richiamano il Ministero dei Beni Culturali agli impegni assunti e fanno appello alla Regione, alla Provincia, al Comune e all'XIX Municipio affinché intercedano con i proprietari per evitare lo sfratto e la conseguente chiusura del cinema. Intanto scatta la mobilitazione. «Il Gulliver deve vivere! No allo sfratto! Sì al lavoro e alla cultura» sono le parole d'ordine con cui oggi i sindacati e i lavoratori del multliplex romano indicono un presidio e un'assemblea pubblica, alle ore 10.00, proprio nei locali di via della Lucchina 90. La crisi delle sale cittadine coinvolge anche l'ex impero Cecchi Gori, finito all'asta ma ancora senza acquirente visto che l'offerta dei liquidatori, 82,5 milioni di euro per i complessivi 31 schermi funzionanti del gruppo, non ha visto offerte con le opportune garanzie. Si andrà probabilmente a una ipotesi di frazionamento, cioè la possibilità di acquistare singole sale. Ma se l'Adriano e l'Atlantic fanno gola a Medusa Cinema, che di recente ha stretto un accordo con un gruppo di investimenti che fa capo a Benetton, altri cinema rischiano la chiusura. E così Reale, Empire e Royal, fra le altre, rischiano di entrare a far parte del gruppo di sale cittadine «sparite» dal circuito nel corso delle ultime stagioni cinematografiche.

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