CULTURA & VISIONI

Delitti e pentimenti nel mondo editoriale

GIALLI
TONELLO FABRIZIO,

LIBRI: DONALD WESTLAKE, L'ESCA, ALACRÁN, PP. 269, EURO 16
André Schiffrin ha scritto un giallo che riguarda due scrittori, Bryce Proctorr e Wayne Prentice e si intitola The Hook (L'esca, nell'edizione italiana pubblicata da Alacrán) ma avrebbe potuto benissimo chiamarsi Rischiose abitudini, come il film del 1990 di Stephen Frears sulla sceneggiatura di Donald Westlake, oppure Editoria senza editori, il libro pubblicato nel 2000 dallo stesso Schiffrin. In effetti, L'esca è firmato da Donald Westlake, il celebre giallista americano che per nascondere le sue tracce ha usato come pseudonimi Richard Stark, Tucker Coe, Samuel Holt, Morgan J Cunningham, Curt Clark, Timothy J. Culver, Alan Marshall, Edwin West e probabilmente altri noms de plume che i critici non hanno ancora individuato. Perché, quindi, sospettare di Schiffrin, noto ai lettori italiani per i suoi saggi tradotti da Bollati Boringhieri? Semplice: l'autore di The Hook ha voluto spiegare nei dettagli per quale motivo un autore americano, dopo qualche libro, deve nascondersi dietro uno pseudonimo e ricominciare da capo: «Uno scrittore pubblica alcuni libri di successo, ma a un certo punto le vendite calano. Il sistema informatico delle grandi catene di distribuzione registra il calo e taglia gli ordini. Le vendite vanno sempre peggio, finché nessuno vuole più quello scrittore e non gli offrono più anticipi decenti. Allora si crea una falsa identità che conosce soltanto il suo agente, finge di risiedere in Italia o da qualche altra parte e presenta il libro successivo come opera prima di Tim Fleet. Il computer non conosce Tim Fleet e quindi non può marchiarlo subito, ma dopo un po' lo individua e si ricomincia da capo».
Le prove indiziarie che riconducono al mondo dell'editoria sono disseminate in ogni pagina del libro, basato sul rapporto fra uno scrittore di successo (Bryce Proctorr) con un vecchio conoscente, anche lui romanziere, che invece fatica a sbarcare il lunario (Wayne Prentice). Bryce incontra per caso Wayne e capisce che quest'ultimo potrebbe essere la soluzione ai due problemi che gli stanno rovinando la vita: la crisi creativa e il divorzio da un'avidissima moglie. L'accordo sarà tanto ferreo quanto inconfessabile: Wayne cederà il proproprio romanzo a Bryce, che lo farà passare per suo, e eliminerà l'odiosa Lucie che minaccia la serenità e le finanze dello scrittore. Prezzo: mezzo milione di dollari.
La transazione va in porto, la polizia non scopre nulla, il romanzo «comprato» ha successo, ma presto nascono i problemi: Bryce, perseguitato dal rimorso, si confessa con la prima moglie Ellen: «"Devo andare alla polizia, naturalmente. Devo...". "Non t'azzardare!". Bryce la fissò stupito. Lo stava fulminando con lo sguardo come se fosse il suo peggior nemico. "Come? " "Il tuo egoismo non ha limiti. Pensavo di essermi abituata, di sapere che razza di egoista sei! Il viso di Ellen pareva di pietra, i suoi occhi di ghiaccio lo trapassavano. "Ellen, cosa stai dicendo? Non ti capisco". "Non capisci mai un accidenti, Bryce. Hai tre figli... Sei un personaggio famoso, brutto imbecille! Sei uno scrittore celebre. Se trascini quei ragazzi in mezzo a un processo per omicidio e li butti in pasto ai media, Bryce ti ammazzo con le mie mani!"».
Così, il mandante dell'omicidio rinuncia a confessare e si ritira nel Connecticut a cercare di dimenticare e di produrre un altro romanzo. Naturalmente non ci riesce: «Al momento tutto quel che si sentiva di fare era un duro lavoro fisico durante il giorno e guardare vecchi film in cassetta la sera, dopo essersi riscaldato la cena». A questo punto il vecchio amico Wayne torna in suo soccorso e le cose sembrano aggiustarsi, prima di guastarsi definitivamente in un modo chequi non può essere rivelato.
Quello che può essere rivelato, invece, è che Schiffrin non c'entra e che L'esca è davvero stato scritto da Westlake, alias Richard Stark, alias Tucker Coe, alias ... Westlake, nato a Brooklyn nel 1933, era un camaleonte, o meglio un genio: poteva scrivere in qualsiasi registro e infatti esistono intere serie di romanzi diversissimi tra loro. I libri firmati Richard Stark, per esempio, hanno due protagonisti: il gangster Parker e il suo complice Grofield. Parker è un puro prodotto della scuola hard boiled: ogni volta che non si sa come far andare avanti il racconto, qualcuno entra dalla porta con una pistola in mano. Grofield, invece, è un rapinatore con una vena umoristica più vicina a quella dell'autentico Westlake (ammesso che si possa parlare di autenticità per un autore dalle multiple personalità).
I romanzi firmati Richard Stark sono una ventina, dal violento The Hunter del 1962 (Anonima carogne nella traduzione del Giallo Mondadori) fino a Comeback del 1998; solo cinque, invece, i volumi firmati Tucker Coe, che hanno come protagonista un poliziotto in disgrazia, Mitch Tobin, il quale passa il tempo a costruire un muro nel suo giardino per chiudere fuori una realtà che vuole solo dimenticare. Murder among Children, del 1967, è stato di recente ristampato nei Capolavori dei Gialli Mondadori con il titolo Oggi a voi, domani a lui, benché si tratti di una delle opere meno riuscite di Westlake.
Westlake dava il meglio di sé nella satira dell'American Way of Life, come nella serie di romanzi che hanno come protagonista lo sfortunato Dortmunder, o nell'esilarante Fidati di me, ambientato nei cosiddetti supermarket tabloid, ovvero i settimanali che un tempo si compravano solo al supermercato e ora sono diventati invece il simbolo del giornalismo contemporaneo. Peccato che lo scrittore, scomparso il 31 dicembre 2008, non abbia potuto trarre ispirazione dalle cronache di questi giorni: sicuramente avrebbe sfornato per la fine dell'anno un romanzo intitolato Papi. Almeno in Italia, sarebbe stato un bestseller.

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